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8 Novembre 2019

Giornata contro la violenza alle donne: sfruttate fino alla morte.

Targhe e cippi funebri in diverse città d'Italia per non dimenticare le vittime della prostituzione. Il record degli assassinii più cruenti spetta alla città di Giulietta e Romeo.
Giornata contro la violenza alle donne: sfruttate fino alla morte.
Foto di Daniele Calisesi
​In aumento le donne uccise nel sistema della prostituzione, ovvero in quella industria del sesso che si sviluppa sempre più dalla strada all'indoor grazie ai social e ai siti web.
C’è poco da regolamentare. I continui dibattiti dei salotti mediatici e della politica sembrano perdere di vista un tema recentemente riportato al centro dell’attenzione della Commissione d’inchiesta sul femminicidio e della Commissione Affari costituzionali del Senato. Ovvero che di prostituzione non solo ci si può ammalare fisicamente e psicologicamente e spesso in modo irreversibile. Ma addirittura si può morire.

Quante sono le prostitute uccise?

Sono in aumento infatti le donne uccise nel sistema della prostituzione ovvero in quella industria del sesso che si sviluppa sempre più dalla strada all’indoor grazie ai social e ai siti web, basandosi sull’offerta di giovani donne di diverse nazionalità alla domanda sempre più adulta, variegata e perversa. Basti pensare che tra il ’98 e il 2004 solo nel racket delle donne nigeriane, ne sono state uccise ben 112.
Un esempio emblematico Verona, nota per essere la città con più annunci su Escort Advisor di tutto il Veneto, tra le prime 15 in Italia. Ebbene, proprio nella città di Romeo e Giulietta, gli assassinii delle prostitute sono stati in 25 anni i più cruenti. E in particolare è la Statale 11, quella che collega la città scaligera a Bussolengo, che preoccupa le associazioni che si occupano di protezione e recupero delle donne prostituìte. 

Verona primatista delle donne uccise in strada

Era il 1994 quando Stevanin, il mostro di Terrazzo in Provincia di Verona fu arrestato per aver ucciso 6 donne, Biljana, Claudia, Blazenca, Roswita e altre due senza nome, soffocandole e nascondendone i corpi nel giardino.
Tra il 2003 e il 2004, altri due femminicidi questa volta nel mondo della prostituzione indoor: Jolanda 38enne di origine colombiana e Luciana, prostituta brasiliana di 29 anni.
Nel febbraio 2005 un altro caso terribile scosse la città: gli agenti Giuseppe Cimarrusti e Daniele Turazza, intervenuti sulla Statale 11, uccisi per salvare un’ucraina di 30 anni di nome Galina, ultima vittima di Arrigoni, un altro cliente serial killer.
Novembre 2014: Venetita, la prostituta romena 46enne, viene strangolata e poi massacrata lungo la Statale 11 da un suo cliente nei pressi di un distributore.
E ancora vicino a Bussolengo nell’agosto 2016 viene ritrovato il corpo senza vita di Lioara Petronela Ujica, 28 anni originaria della Romania, assassinata da un cliente ventiduenne.

Dove si ricordano le vittime della prostituzione?

Cartello con scritta Sfruttate fino alla morte
 


Proprio in memoria di Venetita, Lioara e tutte le altre donne vittime di clienti e sfruttatori, gli operatori della Comunità Papa Giovanni XXIII mercoledì 27 novembre sera si raduneranno insieme a cittadini e cittadine, associazioni, forze dell’ordine, gruppi giovanili, in occasione della Giornata contro la violenza alle donne 2019, per lasciare un segno visibile di questa violenza senza sosta. Un cippo funebre che ricorda queste donne “Sfruttate fino alla morte”.
Questo è il tema dell’evento nazionale che coinvolgerà non solo Verona ma anche altre 9 città in memoria delle vittime di clienti e sfruttatori assassinate in modo macabro da chi riteneva di poterle usare come fosse un diritto di proprietà e finanche eliminarle. A Moncalieri verrà lasciata una targa, a Firenze è stata intitolato un Parco pubblico alla vittima uccisa 5 anni fa. Segni visibili per non dimenticare e per responsabilizzare tutti.
 
Anche a Bologna, Castelfranco Emilia (MO), Castellana Grotte (BA), Firenze, Frosinone, Modena, Moncalieri (TO), Senigallia saranno ricordate, ad una ad una, queste donne giovanissime con cui sono entrate in contatto le unità di strada della Comunità di don Benzi (ad oggi attive in 30 città italiane) e che ogni anno propongono ad oltre 10.000 donne la fuoriuscita dallo sfruttamento della prostituzione. Dal 22 al 29 novembre le giornate di sensibilizzazione, rivolte alla cittadinanza, all’associazionismo e al mondo politico, saranno l’occasione per rilanciare la Campagna Antitratta "Questo è il mio corpo" che ha come obiettivo l’avvio anche in Italia del cosiddetto “modello nordico” ovvero sanzionare i consumatori di sesso a pagamento per proporgli un percorso di sensibilizzazione e riabilitazione.

Quante sono le donne che si prostituiscono in strada?

L’industria della prostituzione è il sistema economico che mette a rischio in una sola notte più di 3.000 donne presenti in strada, secondo i dati della Mappatura nazionale del Numero verde Antitratta del Dipartimento per le Pari Opportunità
Le violenze visibili e invisibili che esse subiscono sono in questo anno anche al centro del progetto di comunicazione “Nemmeno con un fiore! stop alla violenza” autorizzato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, con cui la Comunità Papa Giovanni XXIII  intende promuovere sempre più la cultura di parità di genere e un cambio di mentalità degli uomini maltrattanti e dei clienti, partendo dal dialogo con le nuove generazioni. 
Perché i rapporti tra maschile e femminile non si possono regolamentare se sono a pagamento e la violenza non si può cancellare col denaro.