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22 Maggio 2020

Quei bambini su commissione, ammassati in un Hotel

Il lockdown fa emergere il dramma della "maternità surrogata". Appello della Comunità Papa Giovanni XXIII al presidente Conte: «Aboliamola»
Quei bambini su commissione, ammassati in un Hotel
Un video della BioTexCom di Kiev invita i genitori committenti - anche italiani - ad attivarsi per andare a prendere i bambini, la cui consegna è stata bloccata dal lockdown. Le reazioni e l'appello.
Il lockdown ha fatto scoprire un mondo sconosciuto: la fabbrica dei bambini. Un video di una clinica ucraina per maternità surrogata in questi giorni hanno fatto il giro d'Italia. Nelle immagini si vedono quarantasei bambini, in lacrime, ammassati in un hotel di Kiev, le culle una accanto all’altra come in una catena di montaggio.



Quarantasei bambini nati tramite maternità surrogata, commissionati da genitori stranieri, che non possono andarli a “ritirare” a causa dell'emergenza Covid19. Un video pubblicato dalla stessa clinica, che accende i fari sul vergognoso sfruttamento di madri “surrogate” e di bambini che diventano merce da commerciare.

Cos'è la maternità surrogata 

La maternità surrogata avviene quando una coppia si serve dell’utero di un'altra donna per avere un figlio: il cosiddetto “utero in affitto”. Una donna porta a termine una gravidanza per conto di altri. A pagamento. Una donna cui viene “strappato” il bimbo appena nasce. Perché non deve avere rapporti con lui. Perché qualcun altro lo ha già comprato.
Una pratica che da un lato sfrutta la povertà e l’indigenza di donne, spesso inconsapevoli, dall'altro riduce i bambini a merce. Bambini che possono essere commissionati, prodotti, venduti. Una pratica vietata in Italia, ma spesso aggirata.

La lettera: «Lasciate quei bambini alle loro mamme»

Tra le tante voci di protesta, a partire dalle associazioni femministe, si è levata anche quella della Comunità Papa Giovanni XXIII.
In una lettera inviata al Presidente del Consiglio Conte, partendo dall'indignazione per il «vergognoso sfruttamento delle madri surrogate e di tanti bimbi che diventano oggetto di compravendita», si chiedono al Governo tre azioni a favore dei bambini.


«Chiediamo che i bimbi di Kiev rimangano con le loro mamme, quelle che li hanno partoriti. E se non fosse possibile, chiediamo che si dia avvio all’iter dell’adozione - si legge nella missiva, firmata dal Presidente della Comunità, Giovanni Paolo Ramonda -. Chiediamo di uscire dall’ambiguità ed intraprendere tutte le azioni politiche per ostacolare il ricorso di cittadini italiani a questa pratica all’estero. Ed infine chiediamo di sostenere l’abolizione universale della pratica dell’utero in affitto».