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15 Marzo 2023

Rimini dice «Game over»

Enti pubblici e associazioni del privato sociale si mettono in cordata per contrastare la piaga del gioco d'azzardo patologico
Rimini dice «Game over»
Foto di Yuliya Kirayonak
A Rimini il Comune, insieme al SerDP, a diverse cooperative sociali e alle associazioni dei giocatori e dei famigliari dei giocatori hanno messo insieme le risorse per dare risposte efficaci alla dipendenza dal gioco d'azzardo patologico.
L’hanno chiamata “A Good Game Space”. È l’immobile che il Comune di Rimini ha messo a disposizione per le attività di prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo e delle ludopatie. Nelle ore mattutine gli studenti degli istituti scolastici del Distretto di Rimini possono accedervi per attività di prevenzione e “gioco consapevole”, venendo così informati su come un apparente gioco innocuo può diventare una pericolosa dipendenza. Nel pomeriggio, per un giorno alla settimana, diventa uno sportello dove gli adulti, i giovani e i loro famigliari potranno usufruire di servizi di consulenza, psicologica e legale, sulla dipendenza dal gioco.
È una delle azioni messe a punto dal “Piano locale di contrasto al gioco d’azzardo” che vede protagonisti da una parte il servizio pubblico, Comune e Servizio Dipendenze Patologiche dell’Ausl, dall’altra una estesa rete di organizzazioni del privato sociale che comprende Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII (con funzioni di capofila), Cooperativa Il Millepiedi, Cooperativa Cento Fiori, Associazione Alcantara, Associazione Parkinson in rete, con la collaborazione della Cooperativa Il Gesto. 
«Siamo di fronte ad un fenomeno che colpisce un’ampia platea di persone differenti per età, provenienza e ceto sociale. - osserva Kristian Gianfreda, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini - Probabilmente il gioco d’azzardo è, tra le dipendenze patologiche, quella con il range di portata più ampia. Un fenomeno che dopo la pandemia non solo non si è ridotto, ma da diversi riscontri empirici accenna a un progressivo e preoccupante aumento. Per noi questo è un progetto molto importante perché unisce in un unico percorso gli aspetti sanitari e sociali del problema. E perché coinvolge le migliori risorse del settore comunitario, comprese le associazioni dei giocatori e dei famigliari dei giocatori. Tenendo insieme tutte queste risorse, possiamo dare risposte vere ed efficienti».
rete gap rimini

Gioco d'azzardo: un continente sommerso

Alcuni dati fanno capire perché il Comune di Rimini, utilizzando l’opportunità offerta da una legge regionale, abbia deciso di investire nella prevenzione di questa piaga sociale. Nel periodo pre-pandemia (2017) le giocate pro-capite a tutti i giochi gestiti dallo Stato e alle slot machine nel solo Comune di Rimini corrispondevano a 1.798 euro. Rimini risultava al 27° posto fra i 130 Comuni con popolazione compresa fra i 50mila e i 200mila abitanti. Nel 2021 in Emilia Romagna le persone con problemi da gioco d’azzardo erano il 3,7% sul totale degli utenti dei Servizi di Dipendenza (in termini assoluti 1.139 persone). La maggioranza degli assistiti è di genere maschile (80%) e di cittadinanza italiana (91%). La fascia di età più rappresentata è quella compresa tra 41 e 60 anni, seguita dagli ultrasessantacinquenni, che costituiscono il 16,4% delle persone in carico ai servizi. Le persone seguite dai servizi utilizzano soprattutto giochi con vincita in denaro, e dal vivo. In particolare il 56,4% predilige giocare ai videogiochi nei bar/tabacchi o sale gioco, il 18,7% gioca al lotto, superenalotto, lotterie e gratta e vinci; alle scommesse sportive o ippiche si dedica il 10,8% dei giocatori e il 15,4% gioca attraverso le piattaforme on line; parte dei giocatori è però dedita a più tipologie di gioco contemporaneamente.
«Gran parte del continente del gioco d’azzardo è sommerso, - spiega Fethi Atakol, dell’Ambito Dipendenze della Comunità Papa Giovanni XXIII – e ci sono segnali che il fenomeno sia in aumento anche nel nostro territorio. A chiedere aiuto per uscirne purtroppo sono ancora pochi. Per cui è importante fare azioni per informare, far conoscere il problema e per prevenire». Ed è appunto l’impresa alla quale si sono dedicate la Comunità Papa Giovanni XXIII e le altre associazioni. Una rete in cui ciascuna realtà porta il proprio contributo specifico. 

Le cooperative scendono in campo

La Cooperativa Cento Fiori, da anni specializzata nel settore delle dipendenze, si occupa dello sportello di ascolto. Stretto il rapporto con il SerDP, per cui se allo sportello emergono casi bisognosi di terapie vengono coinvolti gli specialisti. Il servizio è garantito in uno spazio non sanitario, che non stigmatizza, con attenzione all’anonimato e alla privacy
Alcantara, che è un centro di produzione teatrale, ha già programmato per marzo e aprile due spettacoli riservati agli studenti: “Slot Machine” e “Disconnesso. Fuga off-line”. A queste due prime proposte si aggiunge anche il progetto teatrale “Gaming Out” che fa tesoro dell’esperienza di educatori e di alcuni esperti in tecniche teatrali della Comunità Papa Giovanni XXIII, progetto ricalibrato sul tema del gioco d’azzardo.
La Cooperativa Il Millepiedi si occupa di organizzare incontri formativi su nuove tecnologie e videogiochi rivolti ai genitori dei ragazzi delle scuole secondarie. Si daranno conoscenze tecniche sull'utilizzo del digitale e su come gestirlo rispetto ai propri figli, e nello stesso tempo si rifletterà sul ruolo educativo dei genitori e agli strumenti possibili per accompagnare i propri bambini e ragazzi nella gestione degli schermi e dei videogiochi.

«Noi della Comunità Papa Giovanni XXIII – racconta Fethi Atakol – ci occupiamo del coordinamento della rete in sinergia con il SerDP e il Comune. È anche partita un’equipe sulla comunicazione, dove ogni realtà è rappresentata, per organizzare gli aspetti comunicativi in modo coordinato. Inoltre organizziamo percorsi laboratorio nelle classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Già in questa età i ragazzi possono essere attratti o addirittura essere vittima dei meccanismi perversi del gioco patologico». 
Per comunicare al meglio con il mondo della scuola è stato coinvolto il gruppo di Taxi1729, che di sé offre questo biglietto di presentazione: «Pensiamo da scienziati, comunichiamo da creativi, ci divertiamo da matti». Sono giovani matematici che in modo chiaro, coinvolgente e divertente riescono a demolire i fondamenti del gioco d’azzardo. Il 23 febbraio hanno condotto un talk on line dove hanno mostrato a 500 studenti come la matematica smaschera le false promesse del gioco (anche quando ti sembra di vincere, alla lunga perdi…). Fra aprile e maggio, invece, saranno a Rimini per due talk in presenza, uno rivolto ai genitori e uno rivolto ai ragazzi. 
«Questo progetto – conclude Fethi Atakol – dura un anno. Poi per il 2024 ci dovrebbe essere una nuova istruttoria del Comune. Speriamo che l’esperienza possa continuare e crescere sempre più in un lavoro comune di coinvolgimento e sensibilizzazione delle varie realtà sul territorio, su una tematica purtroppo ancora poco sentita».