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9 Gennaio 2023

Non scaldiamoci meno, ma meglio

Le pompe di calore sono un passo importante verso la decarbonizzazione
Non scaldiamoci meno, ma meglio
Foto di Photo Mix
Pompe di calore o al massimo caldaie a condensazione ibride: con le 500mila installate al 2020, l'Italia è indietro nella sostituzione degli impianti di riscaldamento.
Oltre un terzo delle emissioni di CO2 nell’ambiente deriva dal riscaldamento degli edifici. In Italia abbiamo 31 milioni di abitazioni residenziali, il 90% di queste costruite prima del 2000 e tali costruzioni impiegano spesso impianti di riscaldamento vetusti, dal momento che il progresso tecnico ha portato velocemente a nuovi prodotti sul mercato. 
Tra questi ci sono le pompe di calore, una tecnologia che utilizza energia termica da fonti esterne (generalmente aria e acqua) e che viene utilizzata per il riscaldamento (e raffreddamento) della casa e la produzione di acqua calda.
Al 2020 ne sono state installate 5 milioni in tutta Europa, di cui solo 500mila in Italia. L’elettricità necessaria al funzionamento delle pompe di calore può essere prodotta a partire dai pannelli fotovoltaici, riducendo di molto l’impatto ambientale di una casa. Una scelta adottata da molti italiani alle prese con le ristrutturazioni sostenute dal Superbonus 110%.

Pompe di calore e caldaie a condensazione: pro e contro

Eppure l’Italia è ancora in ritardo con la sostituzione delle attuali caldaie a gas metano con le pompe di calore. Molti preferiscono sostituirle con modelli di caldaie a condensazione più recenti. All’estero, soprattutto nel nord Europa gli investimenti sono giunti per tempo e negli ultimi anni ci si è concentrati principalmente sui sistemi elettrificati.
Certo è che le pompe di calore occupano spazio, condizione che limita la loro diffusione. La caldaia a gas a condensazione è più compatta e quindi può trovare posto più facilmente nei condomini. Se pensiamo che le caldaie a condensazione hanno prestazioni migliori di quelle vetuste, e che possono ridurre di 3 milioni di tonnellate le emissioni di CO2, allora sono sicuramente un buon investimento piuttosto di non fare alcuna sostituzione. 
C’è anche chi fa notare che, sul lungo periodo, le moderne caldaie a condensazione possono essere alimentate con gas rinnovabili, quali biometano e idrogeno. Certo, l’idrogeno deve essere “verde”, ovvero prodotto da fonti rinnovabili, altrimenti rischiamo di essere punto a capo. 
Nella crisi energetica nella quale ci troviamo, pensare a come efficientare le nostre case a partire dai sistemi di riscaldamento è sicuramente una buona iniziativa, che può far bene al portafoglio ma soprattutto all’ambiente. 

Come raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050 

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Ue entro il 2050, sarà necessaria una combinazione vincente di misure e di tecnologie. Bosch Termotecnica e la Fondazione Eni Enrico Mattei hanno realizzato uno studio che analizza i possibili scenari frutto della combinazione tra diverse tecnologie di riscaldamento degli edifici residenziali.
Con l’attuale trend di sostituzioni e di ristrutturazioni degli impianti termici negli edifici, il settore residenziale migliorerebbe sia in termini di consumo energetico sia di emissioni di CO2, ma sarebbe al di sotto dell’obiettivo europeo.
L’unico scenario in cui il target di riduzione di CO2 viene raggiunto è quello dove
più abitazioni possibili vengono elettrificate, ovvero arrivando a riscaldare con una pompa di calore elettrica circa i due terzi delle utenze. Tutto ciò combinato con una crescita della percentuale rinnovabile all’interno della produzione elettrica fino ad arrivare al 100% nel 2050.