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29 Settembre 2020

Noi, tutti ugualmente diversi

Non esiste una persona normale, come non esiste un'emozione normale, un'amica normale, un sogno normale.
Noi, tutti ugualmente diversi
Foto di Angela Sara Ciafardoni
La scrittura è uno strumento prezioso, soprattutto quando si soffre: scrivere permette di mettere nero su bianco i propri pensieri, il dolore, la sofferenza; permette di dare una forma a delle ferite invisibili, ci permette di tirarle fuori dal cuore, ed è questo il primo passo per riuscire a guarire, a lasciar andare ciò che ci ferisce.
Passo tante ore distesa a letto a causa di una malattia che mi costringe per molto tempo a stare in camera mia. Ma la mia stanza l’ho fatta diventare una finestra perché anche da qui, attraverso i Social, posso entrare in contatto con tante persone. Posso parlare di libri ed emozioni e, specialmente, posso far capire che la diversità esiste ed è bella, ma è dentro tutti noi, senza distinzioni.
 
Fino a diversi anni fa le persone disabili erano considerate sbagliate, come fossero degli esseri umani difettosi. A me vengono i brividi quando si etichettano le persone. Oggi siamo passati all'opposto: i disabili sono definiti persone speciali. Che scemenza. Tutti siamo speciali perché siamo unici. Poi ci sono quelli che ti guardano e ti dicono: «Poverina». Io, più che poverina, vorrei sentirmi dire: «Sara tu vali quanto me». Ci ho pensato ed ho capito che non si tratta di essere sbagliati, non si tratta nemmeno di essere speciali. Si tratta solo di essere ugualmente diversi. Che poi non esiste una persona normale, come non esiste un’emozione normale, non esiste un’amica normale, non esiste un sogno normale. Allora nessuno è normale. Se c'è una cosa che ci accomuna veramente tutti è la diversità. O meglio, siamo tutti diversi nel relazionarci alla vita, e siamo tutti diversi nel relazionarci alla meraviglia. Sono convinta che siamo disabili quando ci neghiamo la possibilità di accedere alla bellezza. Non quando siamo diversi.
Da tempo alcune persone mi definisco "u problom", cioè il problema della famiglia. Altre mi dicono che la natura non è stata clemente con me. Inizialmente mi ferivano, ma poi ho pensato: ma la natura, intesa come vita, non chiede la normalità. Non saprebbe che farsene. Però forse chiede altro. Puoi anche decidere di andare contro natura, puoi decidere di essere infelice e di avere ragione, io ti accolgo sempre senza giudicarti. La mia libertà di essere positiva è sorridere, non dovrebbe urtare nessuno. La felicità non deriva da quello che fanno tutti, come dice un personaggio pubblico: «Quella si chiama comodità». Ricordatevi: la felicità arriva prima se tu risponderai alla chiamata con convinzione e con il sorriso sulle labbra.