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9 Luglio 2020

Il Governo abbandona il servizio civile

Con i fondi stanziati metà dei giovani resteranno fuori.
Il Governo abbandona il servizio civile
Solo un milione di euro si aggiunge ai fondi previsti dal Decreto Rilancio. I giovani esclusi: «Non ce lo meritiamo», l'appello della campagna #CentoXCentoServizioCivile
Alla irrisoria somma destinata al servizio civile all'interno del Decreto Rilancio (20 milioni di rifinanziamenti, del tutto insufficienti considerato lo scarto fra le domande ricevute lo scorso anno ed i posti potenzialmente finanziabili), venerdì scorso l'ennesima beffa: l'emendamento presentato da Forza Italia ed approvato, che ha aggiunto solo 1 milione di euro al Fondo Nazionale per il Servizio Civile. Considerato che a maggio 2020 sono stati presentati programmi per 67.095 posti di servizio civile per i giovani, con le ultime misure varate dal Governo nemmeno metà di questi potranno essere finanziati.

Vista l’insufficienza di fondi stanziati, la società civile è mobilitata su più fronti. Rappresentanza Nazionale dei Volontari in Servizio Civile, Forum Terzo Settore, Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile (CNESC), si sono ritrovati nelle scorse settimane a denunciare al Governo la gravità di tale situazione, "consapevoli dell’incalcolabile apporto che l’esperienza di Servizio Civile da alla società, ai giovani ed alle politiche di pace del Paese".

La classe politica (sia di maggioranza che di minoranza) si è mossa, presentando 7 emendamenti che puntavano ad aumentare lo stanziamento di fondi per il servizio civile universale. Ultimo tra questi è l’emendamento presentato dall’on. Francesca Bonomo e da altri parlamentari del Partito Democratico, che prevedeva l’aumento di 108 milioni di euro per il 2020, di 99 milioni per il 2021 e di 104 per il 2022: ma l'emendamento è stato ritirato lo scorso 28 giugno.

Servizio civile universale, realtà che non trova risorse

Come si è arrivati a questo? Le risorse destinate all’attuazione degli interventi di servizio civile universale (SCU) confluiscono nel Fondo nazionale per il servizio civile, istituito dall’articolo 19 della legge 8 luglio 1998, n. 230 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e successivamente disciplinato dall’articolo 11 della legge 6 marzo 2001, n. 64, il quale ha previsto che lo stesso sia composto dall’assegnazione annuale determinata dalla legge di bilancio, da eventuali stanziamenti di regioni, province, enti locali, enti pubblici e fondazioni bancarie, nonché dalle donazioni di soggetti pubblici e privati.

Servizio Civile Universale
Per l’anno 2019 la programmazione finanziaria del servizio civile era stata elaborata partendo da una base prevista dalla legge di bilancio 2018 di 188 milioni di euro circa a cui sono state aggiunte le economie accertate provenienti dai precedenti esercizi finanziari che hanno portato, al netto di alcuni tagli, ad una somma complessiva di circa 231 milioni di euro. Ciò ha consentito di emanare, nel mese di settembre 2019, un bando di selezione di operatori volontari per 39.646 posti: le domande ricevute dal Dipartimento per le Politiche Giovanili ed il Servizio Civili Universale sono state 85.552, più del doppio dei posti disponibili.

Nel testo del Piano Triennale del Dipartimento per le Politiche giovanili e per il Servizio Civile Universale si legge: “Se fosse confermata la previsione di trasferimento di ulteriori 70 milioni di euro al Fondo nazionale del servizio civile contenuta nel disegno di legge Atto Camera n. 2090, recante “Disposizioni per garantire sostegno al servizio civile universale”, approvato dal Consiglio dei ministri in data 31 luglio 2019, sarebbe possibile pubblicare un bando aggiuntivo per ulteriori 13.000 posti circa a valere sulle risorse del 2019”: nonostante la pressione degli Enti e dei giovani, lo scorso marzo 2020 i 70 milioni di euro non erano più disponibili.

Nello stesso Piano Triennale veniva riportato lo stanziamento del Fondo Nazionale per il Servizio Civile anche per gli anni 2020, 2021 e 2022, rispettivamente di 142 milioni, 102 milioni e 110 mllioni di euro. A questi vengono aggiunti circa 52 milioni di euro provenienti dai piani di attuazione regionali (PAR) del programma europeo “Garanzia Giovani”. Anche con questa aggiunta, si evince chiaramente che i fondi disponibili per il Servizio Civile Universale permettono a meno della metà dei giovani interessati di poter dare il loro contributo partecipando come cittadini attivi a questa esperienza.

L'esperienza: il servizio civile durante l'emergenza covid-19

Durante l’emergenza provocata dalla pandemia del Covid-19, l’80% dei volontari in SCU ha riattivato o rimodulato il proprio servizio, a servizio del territorio, dimostrando disponibilità e voglia di dare il proprio contributo: si parla di più di 23.000 giovani. Molti di loro, circa 9000, hanno svolto attività da remoto, e ben 14.000 direttamente sul campo, impegnati a sostenere protezione civile e croce rossa, anziani soli, malati di covid-19, famiglie impossibilitate ad uscire, in difficoltà economica e/o sociale, etc.

2 giovani in servizio civile durante l'emergenza Covid
All'Hotel Royal di Cattolica (RN) giovani volontari vivono l'esperienza del servizio civile al fianco delle persone in quarantena


La lista è lunga: esperienze di solidarietà e di difesa, intesa come protezione delle persone più deboli, dei valori costituzionali, di tutti i cittadini in un momento drammatico per il nostro Paese.

Il saluto del Presidente della Repubblica ai giovani e ai volontari

Lo stesso Presidente Sergio Mattarella, il 7 febbraio 2020, in occasione della cerimonia di inaugurazione di “Padova, Capitale Europea del Volontariato per il 2020” ha definito i volontari come «Veri e propri corpi intermedi della Repubblica, pronti all’intervento di urgenza, impegnati nelle ricostruzioni delle lacerazioni patite dalle popolazioni, delle ferite presenti nel nostro tessuto sociale - e alle quali non sempre le istituzioni riescono a porre rimedio - nella gestione e nel perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale»; sull’esperienza di Servizio Civile ha aggiunto: «Coinvolge ogni anno decine di migliaia di giovani, consentendo loro di fare utili esperienze e di sviluppare il talento in forme di impegno civico e solidale. Il Servizio civile universale può dare una mano a “ricucire”: per questo confidiamo che possa ridursi lo scarto tra le richieste dei giovani e i posti che si renderanno disponibili».

Mattarella incontra Apg23
Mattarella incontra la Comunità di don Benzi il 7 dicembre 2018
Foto di Beatrice Mancini

La campagna #CentoXCentoServizioCivile

Nel raccogliere la voce di tutta la società civile, la Rappresentanza Nazionale dei volontari in Servizio Civile ha lanciato la campagna #CentoXCentoServizioCivile: un appello al Presidente Conte e al Ministro Spadafora per finanziare tutti i progetti di Servizio Civile depositati a maggio 2020, sostenuto da 400 enti e che ha raggiunto ad oggi oltre 250.000 persone.

Nell’ultimo post della campagna si legge:

Non ce lo meritiamo. Non se lo meritano le centinaia di enti che, pur non ricevendo finanziamenti per progettare e ospitare volontari, hanno presentato un numero record di progetti investendo risorse, tempo e personale, considerato l’ulteriore aggravio di questo anno dovuto alla programmazione triennale. Progetti frutto di duro lavoro, di idee e di passione, abbandonati anonimi tra il silenzio degli archivi.
CentoXcentoServizioCivile





Continua l'appello:

«Non se lo meritano i giovani che in questa crisi hanno dimostrato coraggio e maturità, con l’80% dei volontari in Servizio Civile che, tra coloro che potevano, sono rimasti in prima linea sin dal 10 marzo - senza chiedere nulla in cambio. Giovani che vedono tagliate le proprie opportunità prima dal virus (1 giovane lavoratore su 6 ha perso il lavoro), oggi dal Governo.
Tuttavia, non molliamo: la campagna continua. In base al previsionale della scorsa Legge di Bilancio (approvata prima dello scoppio della crisi), per i prossimi due anni sono previsti appena 100 mln, utili per il minimo storico di 18.000 volontari l’anno.
Più le cose si mettono male, più sentiamo nostro il dovere di opporci e denunciare una visione politica così miope. Ci impegniamo a promuovere un cambiamento culturale, sensibilizzando la popolazione e anzitutto i giovani in Servizio Civile sull’oscuro futuro di questo istituto così come sulle sue potenzialità.
(...)Su queste basi torneremo in autunno ancora più organizzati e decisi nel chiedere che in legge di bilancio il denaro pubblico venga speso per permetterci di adempiere al nostro “sacro dovere di difesa della patria” (art 52 Cost.) dalle guerre sociali che la crisi infiamma, per permettere ai giovani di costruire un futuro più solidale e umano».

Sproporzione esagerata fra difesa armata e difesa civile

«Mentre crescono ogni anno le spese militari - 26,30 miliardi per il 2020 - nonostante i numerosi appelli della società civile per chiederne la riduzione, tra cui la proposta di moratoria su tutti gli acquisti di nuovi armamenti per il 2021 promossa da Rete Disarmo, Rete per la pace e Sbilanciamoci - i fondi a sostegno del Servizio Civile, istituto finalizzato alla difesa civile nonviolenta della Patria, rimangono insufficienti e precari, soggetti a continui ricalcoli e tagli. Oggi il bilancio del comparto della Difesa è assorbito interamente dai costi della difesa militare armata, con tutto ciò che ne deriva a riguardo di nuovi sistema d'arma, strutture, esercizio ed anche con un impatto su import ed export militare», spiega Laura Milani, responsabile per il Servizio Civile della Comunità Papa Giovanni XXIII.

«Noi chiediamo oggi quantomeno il riconoscimento della parità costituzionale tra difesa militare e difesa civile — recita il documento della Campagna Un’altra difesa è possibile — pari dignità, pari legittimità. Senza chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, proponiamo una contrazione delle spese militari a vantaggio di maggiori finanziamenti per la difesa civile».

«Solo costruendo giorno dopo giorno la Pace si genera un tessuto sociale positivo, che superi le forze disgreganti, i populismi e le crisi, in grado di reagire alle spinte violente che scaturiscono dai conflitti sociali ed economici e dalle tensioni delle periferie dell’emarginazione», riporta la campagna per l’istituzione di un Ministero della Pace, attiva dal dicembre 2018.

Continua Laura Milani: «Allora chiediamoci, e chiediamo al nostro Governo: vogliamo continuare ad investire briciole di impegno, sia finanziario che istituzionale, sul Servizio Civile Universale e la costruzione di una società di pace o è finalmente tempo di scelte concrete, solide e durature, non solo a parole ma nei fatti»?