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9 Agosto 2022

Sri Lanka, un paese in ginocchio

Anni di governance corrotta hanno portato il Paese allo sbando. I generi alimentari sono aumentati del 60%. I farmaci sono introvabili. Il popolo è in rivolta. Intervista ad un missionario.
Sri Lanka, un paese in ginocchio
Foto di Chamila Karunarathne
Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale più del 60% dei paesi a basso reddito si trova oggi in una condizione di forte vulnerabilità. Gli esperti internazionali temono che lo Sri Lanka possa essere il primo di una serie di paesi che rischiano il fallimento.
«Da mesi la stretta economica ha messo in ginocchio il paese, soprattutto la popolazione più fragile.  A causa dell'inflazione si sono create file lunghissime, anche chilometriche, per poter fare rifornimento di carburante, acquistare cibo, medicine e le bombole a gas. Noi nel nostro villaggio possiamo ancora cucinare con la legna, ma nelle città le famiglie sono costrette ad usare le bombole. Il costo della vita è diventato così alto che per l'80% della popolazione è diventato difficile sfamarsi quotidianamente».
È il racconto di  un missionario  Le immagini della residenza presidenziale invasa dai manifestanti che si tuffano in piscina hanno fatto il giro del mondo. Scene surreali che hanno quasi nascosto la tragedia che si cela dietro esse.

Proteste in Sri Lanka

Il 10 luglio scorso il presidente Gotabaya Rajapaksa è fuggito da un ingresso secondario del palazzo scortato dai militari. Le sue dimissioni e la successiva elezione di un nuovo presidente non hanno placato lo scontento sociale. La polizia ha ordinato ai manifestanti di allontanarsi da Galle Face, il parco sul lungomare della capitale Colombo che è stato il centro delle proteste. I leader dei principali sindacati sono stati arrestati insieme ad alcuni studenti e attivisti coinvolti nelle proteste.
Lo Sri Lanka, 22 milioni di persone, è un Paese letteralmente in ginocchio. Da mesi non riesce ad importare carburante, la corrente elettrica viene interrotta per diverse ore al giorno, i prezzi dei generi alimentati sono aumentati del 60%, mentre mancano medicinali e beni di prima necessità. Ad aprile il Governo ha annunciato il default, dichiarando l’insolvenza sul debito di oltre 50 miliardi di dollari. A quel punto la situazione per i cittadini è diventata intollerabile ed in migliaia si sono riversati per le strade iniziando le proteste culminate con la fuga del Presidente.

Perché lo Sri Lanka è in crisi?

Il Paese, già a basso redditto, governato per decenni da un clan familiare accusato di corruzione che ha mal gestito la situazione, è rimasto stritolato da una triplice morsa.
La pandemia prima ha azzerato il turismo estero ed aumentato le richieste di prestito internazionale.
La guerra innescata dall'invasione russa in Ucraina ha poi causato l'aumento del costo del carburante e dei generi alimentari.
Questo contesto di incertezza internazionale ha portato infine ad un aumento dei tassi di interesse – confermato dal recente rialzo dei tassi da parte di BCE e FED – che tradotto significa un aumento del costo del debito.
Questi fattori esterni sono comuni a tutto il mondo. Se i paesi più ricchi hanno gli strumenti per far fronte alla crisi internazionale, non si può dire lo stesso per quelli più fragili. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale più del 60% dei paesi a basso reddito si trova oggi in una condizione di forte vulnerabilità.
Gli esperti internazionali temono dunque che lo Sri Lanka possa essere il primo di una serie di paesi che rischiano il fallimento. Secondo il noto economista Jeffrey Sachs, «gli investitori globali stanno ritirando i denari impegnati nei fondi d'investimento nei Paesi emergenti, che garantivano ottimi rendimenti. I mercati si sono convinti che le condizioni finanziarie in questi Paesi diventeranno presto così rigide che sarà inevitabile il fallimento di molti di essi».

Negli ospedali manca tutto. Una bambina in crisi glicemica è morta

«Il movimento di protesta ha raccolto tutti i ceti sociali. Tutto il popolo si è radunato nella piazza centrale di Colombo. Prima dagli scaffali mancavano beni come zucchero e farina, poi sono tornati con prezzi altissimi. Negli ospedali manca tutto, dai medicinali all'energia elettrica, e si sono dovuti fermare». Il missionario continua il suo drammatico racconto. «Pochi giorni fa la neonata nipotina della nostra cuoca ha avuto una crisi glicemica, la madre non ha trovato nessun mezzo di trasporto per portarla all'ospedale perché mancava la benzina. Erano tutti a secco. La piccola non ce l'ha fatta. Storie di sofferenza e di morte come questa se ne potrebbero raccontare a migliaia».
 
Non resta che unirsi all'appello del Santo Padre ai governanti di «non ignorare il grido dei poveri».