Topic:
18 Gennaio 2024
Ultima modifica: 18 Gennaio 2024 ore 09:27

Suicidio assistito. In Veneto vince il fronte del no.

Il Progetto di Legge 217 non passa per un voto
Suicidio assistito. In Veneto vince il fronte del no.
Foto di Generato con IA
Un tema scottante quello del fine vita che aveva tenuto banco nei dibattiti dei giorni scorsi, evidenziando delle profonde differenze nella maggioranza e nella stessa Lega. Martedì 16 il voto. A sorpresa il testo non è stato approvato.

Doveva essere, il Veneto, la prima regione a legiferare in tema di fine vita, con il Progetto di Legge 217 "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito". Un progetto che nella regione ha avuto un forte slancio grazie all'associazione Luca Coscioni che aveva raccolto novemila firme. Invece ha vinto il fronte del no. Il Presidente Zaia, favorevole al testo, aveva con sè parte dell'opposizione ma non tutta la sua maggioranza. Fratelli d'italia e Forza Italia erano e sono rimasti contrari, così come parte della Lega.

Per un voto non è stato approvato l'articolo 2

Ha vinto il fronte del no dopo un dibattito durato sei ore e mezza, al termine del quale il presidente del consiglio Ciambretti ha dovuto informare che «L'articolo 2 è parte fondamentale della legge. Senza quello la legge non regge. Quando non viene approvata una parte fondamentale della legge il progetto bisogna rinviarlo alla commissione». L'articolo 2 infatti - "Assistenza sanitaria in ogni fase del percorso di suicidio medicalmente assistito su richiesta della persona malatta" - ha ricevuto 25 voti a favore anziché i 26 richiesti. Per un punto quindi il progetto è stato rinviato.
Qualcuno ha voluto dare una visione politica di questa battaglia e ha visto il no al testo come un no a Zaia, che in questi mesi in Veneto si prepara a correre per il terzo mandato. Ma lui minimizza: «Mi spiace che qualcuno abbia dato una lettura errata - ha dichiarato - ovvero che la legge discussa in Veneto "istituiva il fine vita". Non istituiva niente, ma stabiliva solo i modi e i tempi delle risposte ai malati, e le modalità di coinvolgimento delle Asl».

Legiferare sul fine vita è competenza delle regioni?

Le parole di Luca Zaia aprono un altro argomento molto dibattuto, se cioé legiferare sul fine vita sia competenza regionale. Alcuni sostengono di no. Il riferimento attualmente è la sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019. L'avvocato leghista Roberto Bet, consigliere regionale, ha infatti affermato che «Non trovo un passaggio della sentenza della Corte Costituzionale che ponga, in capo al Servizio sanitario, un obbligo di prestazione al suicidio medicalmente assistito. Invece questo obbligo di prestazione verrebbe introdotto dalla proposta normativa in esame. Siamo sicuri che possiamo legiferare su un terreno che non è di nostra competenza? Credo che ci potremo esporre ad un rischio di incostituzionalità».
Dello stesso parere quanto si legge in un pamphlet del network "Ditelo sui tetti" che contiene 50 domande e risposte sul fine vita. Alla domanda «La sanità è una delle competenze delle Regioni. Esse hanno quindi il potere di legiferare su eutanasia e suicidio assistito al posto dello Stato?», la risposta è:
«No. Le Regioni non hanno affatto il potere di legiferare in materia di eutanasia/suicidio assistito, perché l’organizzazione della sanità è sì una competenza regionale, ma i Lea, livelli essenziali di assistenza, che i cittadini hanno il diritto di ottenere dal Sistema sanitario nazionale, sono fissati da un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, sulla base delle decisioni di una Commissione nazionale che è un organo del ministero della Salute».

La mobilitazione delle associazioni cattoliche

Le associazioni che hanno sostenuto il fronte del no
Le associazioni cattoliche si sono mobilitate e hanno presidiato il Consiglio Regionale durante la discussione e il voto. Ovviamente portando le ragioni contro il Progetto di Legge, a favore della vita e del rinforzo delle cure palliative. Anche la Conferenza Episcopale del Triveneto, ad ottobre scorso, in una nota dal titolo "Suicidio assistito o malati assistiti?" aveva fatto sentire la sua voce invitando a spostare l'attenzione sul bisogno di assistere e curare, e non di "anticipare la morte".
Soddisfatto Marco Marseglia, Presidente del Forum Veneto delle Associazioni familiari: «Chi ha seguito il dibattito in aula, ha potuto assistere ad un momento alto di democrazia; quasi tutti i consiglieri, compreso il presidente sono intervenuti per spiegare le proprie motivazioni di voto. Il confronto è stato schietto, ma mai sopra i toni, i vari interventi quasi sempre non banali hanno evidenziato una ricerca e un approfondimento dei temi e un rispetto per le posizioni divergenti. Come cittadino sono soddisfatto della maturità che oggi i consiglieri hanno dimostrato in aula. Come presidente del Forum ho potuto constatare che le tematiche e le preoccupazioni espresse nel nostro intervento in audizione  sono state riprese da molti consiglieri, segno che il nostro punto di vista aveva centrato pienamente i punti salienti degli argomenti discussi».

La proposta: promuovere e applicare le cure palliative

Marco Marseglia. Presidente del Forum Veneto delle Associazioni Familiari
Ed evidenzia il problema delle competenze a cui sopra si accennava: «Resta il vuoto normativo che la sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 ha evidenziato. Dopo il tentativo del Veneto, regione sulla quale l'associazione Coscioni contava particolarmente anche per le posizioni del Presidente, la palla passa al Parlamento e come Forum sicuramente porteremo il nostro contributo. Nel dibattito odierno è emerso come nel Veneto, che viene considerata tra le regioni con una Sanità efficiente, c'è ancora molto da recuperare per promuovere e applicare le Cure Palliative e la Sedazione Profonda, riducendo di fatto la platea dei malati che hanno la possibilità di usufruirne. Facciamo riferimento al parere del Comitato Nazionale per la Bioetica del 14 dicembre 2023, nel quale si raccomanda alle istituzioni preposte alle politiche sanitarie, di determinare e attivare strategie per rafforzare le reti dei servizi per garantire l'accesso alle Cure Palliative in modo uniforme sul territorio nazionale, di sostenere i pazienti e le loro famiglie specialmente nelle fasi di avvicinamento alla conclusione della vita, e di destinare risorse economiche che ad oggi risultano inadeguate. Come Forum ribadiamo che questa è la strada da percorrere e incentivare».