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30 Marzo 2022
Ultima modifica: 2 Aprile 2022 ore 19:09

Stop the war now: la missione

Una carovana di 70 pulmini nel fine settimana entra in Ucraina per portare aiuti e salvare persone vulnerabili. Dall'Italia momenti di preghiera on line a sostegno della missione.
Stop the war now: la missione
Foto di stopthewarnow.eu
La partenza all'alba dell'aprile, il 2 l'arrivo a Leopoli. 200 persone porteranno aiuti agli ospedali e una presenza di pace. Torneranno con 300 profughi. Come aderire e sostenere l'iniziativa. Le iniziative di preghiera.
Una colonna di 70 pulmini con 200 persone a bordo ha attraversato il confine dell’Ucraina per portare una presenza di pace e di aiuto alle vittime della guerra. Un’immagine che evoca la colonna di carri armati provenienti dalla Russia che poco più di un mese fa ha dato inizio al conflitto, ma con intenti evidentemente opposti.
È l’operazione Stop the war now, fermiamo la guerra ora. Sono 159 le organizzazioni umanitarie che hanno finora aderito, molte delle quali partecipano direttamente alla missione.

Nel pomeriggio di sabato 2 aprile, una marcia della pace dalla stazione al centro citttà, e l'incontro con le autorità: QUI la cronaca della manifestazione

«Partiremo all’alba di venerdì 1 aprile da varie città d’Italia – ci aveva spiegato Gianpiero Cofano, segretario della Comunità Papa Giovanni XXIII e punto di riferimento organizzativo –. Ci raccoglieremo a Gorizia e da lì partirà il convoglio di pace che attraverserà il confine ucraino passando dalla Polonia, per giungere a Leopoli».
Nella città ucraina a 70 km dal confine con la Polonia si è già insediata da due settimane una presenta di Operazione Colomba, corpo di pace della Comunità abituato ad intervenire nelle zone di conflitto, che nel frattempo ha intessuto relazioni con le organizzazioni locali in modo da raccogliere le necessità della popolazione locale.
«Porteremo oltre circa 30 tonnellate di aiuti umanitari, in particolare farmaci, attrezzature mediche, generi alimentari – prosegue Cofano – che consegneremo agli ospedali e alle organizzazioni locali con cui stanno collaborando i nostri volontari, come Caritas e Opera Don Orione.»
Ma i pulmini, una volta consegnati gli aiuti materiali, non torneranno vuoti: «Contiamo al ritorno di portare in Italia tra le 200 e le 300 persone vulnerabili, che scappano dalla guerra».

Come è nata l’azione di pace Stop the war now

L’idea di una missione di pace in Ucraina era partita nei primi giorni del conflitto, come vi abbiamo già raccontato su questo giornale. La proposta di aderire era stata lanciata anche ai parlamentari italiani ed europei e stavano arrivando le adesioni – circa 30, secondo gli organizzatori – ma poi è intervenuto il Ministro degli esteri Luigi Di Maio sconsigliando ai parlamentari di aderire a causa dei rischi che la missione avrebbe comportato.
«Il nostro progetto nasce per garantire una presenza alle persone più fragili che stanno subendo questa guerra, i bambini, le persone con disabilità – aveva replicato Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, da noi interpellato - e stiamo organizzando una presenza sul territorio ucraino con i nostri giovani di Operazioni Colomba come abbiamo fatto già in altre zone di conflitto in vari Paesi del mondo, oltre ad assicurare l'accoglienza dei profughi qui in Italia.  Abbiamo coinvolto i parlamentari perché vogliamo che i politici tocchino con mano le sofferenze di questa gente. Saremo molto attenti e prudenti, e terremo conto delle indicazioni della Farnesina con cui da sempre collaboriamo e che ringraziamo per tutto l'impegno che viene messo anche per gestire questa emergenza. Stiamo inoltre collaborando con altre organizzazioni umanitarie per iniziative di azione nonviolenta che possano aiutare a fermare questa guerra.»
La presenza di Operazione Colomba a Leopoli è poi iniziata il 15 marzo, con tre volontari che da allora vivono là, intessendo rapporti con le organizzazioni locali, assicurando una vicinanza alle persone più fragili e aiutandole a mettersi in contatto con le organizzazioni che gestiscono il trasporto e l’accoglienza dei profughi in Italia.
Nel frattempo si è sviluppata la rete di relazioni tra organizzazioni umanitarie italiane e alcune ucraine, che ha dato vita al progetto Stop the war now.

Chi ha aderito e come sostenere l’azione di pace in Ucraina

«C’è stato subito grande interesse e disponibilità da parte di molte organizzazioni nei confronti di questa proposta – ci dice ancora Gianpiero Cofano –. Ora, per ragioni organizzative e di sicurezza, abbiamo chiuso con le adesioni degli enti che parteciperanno direttamente al viaggio, ma molte altre organizzazioni stanno aderendo, offrendo un sostegno morale.»
Tra i nomi troviamo aggregazioni ecclesiali come Comunità Papa Giovanni XXIII e Movimento dei Focolari, organizzazioni pacifiste come Movimento nonviolento, Rete italiana pace e disarmo, Pax Christi, Gavci, e poi CGIL, Arci, Legambiente, Focsiv, Libera, 6000 Sardine e molti altri. Enti con storie e sensibilità diverse che hanno trovato un punto di incontro nella proposta di un intervento alternativo all'uso delle armi.
L’elenco aggiornato delle adesioni si trova al sito stopthewarnow.eu
E i parlamentari? «Dopo l’intervento della Farnesina che sconsigliava la partecipazione per ragioni di sicurezza, non faranno parte della delegazione – spiega Cofano -. Alcuni però stanno valutando di accompagnarci magari fino al confine con l’Ucraina, per esprimere il loro sostegno».
Presso il sito dell’iniziativa è tuttora  possibile aderire, iscriversi per ottenere informazioni e anche sostenere economicamente l’azione di pace.
«Le missioni di pace costano infinitamente meno di quelle militari ma c’è comunque un costo da sostenere – conclude Cofano –. Siamo grati a chi vorrà dare il proprio contributo.»

La "carovana di preghiera" a sostegno della carovana di pace

Un altro modo per sostenere la missione di pace è con la preghiera. A chiederlo esplicitamente sono i volontari di Operazione Colomba che dal 15 marzo hanno avviato una presenza a Leopoli e stanno prendendo tutti i contatti necessari per rendere possibile l'arrivo della "carovana di pace". «Stiamo preparando da giorni questo momento ma la situazione cambia spesso e non possiamo prevedere l'esito della missione - spiega Alberto Capannini -. Qui ci rendiamo conto del fatto che la pace è un valore se garantisce concretamente la vita della gente, è creare le condizioni perché la gente non debba scappare. È come se la guerra rivendicasse questa terra come riservata a chi combatte con le armi. Invece noi stiamo portando una presenza civile, non armata. È una situazione difficile, in momenti come questo si sente particolarmente il bisogno di alimentarsi spiritualmente da una sorgente profonda, forte, altrimenti si rimane schiacciati».
Per questo la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato alcuni momenti di preghiera che accompagneranno la carovana di pace con una sorta di "carovana di preghiera" che si ritroverà on line in alcuni momenti condivisi, aperti a chiuque voglia partecipare.
Ecco gli appuntamenti e i link per seguirliI:

Venerdì 1 aprile
  • ore 6 del mattino: decina del Rosario e Preghiera per la pace
Sabato 2 aprile
  • ore 4 del mattino: preghiera "Sotto la tua protezione" e Preghiera per la pace. Duranta la giornata si è inoltre invitati a decicare mezz'ora all'adorazione eucaristica
  • ore 11,30 Messa 
  • ore 18 Preghiera del Magnificat
  • ore 20,30 Rosario
Link per i momenti di preghiera
Link per la Messa