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5 Settembre 2025
Ultima modifica: 8 Settembre 2025 ore 08:46

Zuppi: l'amore non è paternalismo ma forza capace di cambiare la storia

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, ha celebrato la messa a Rimini, sulla spiaggia, in occasione del centenario della nascita di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Zuppi: l'amore non è paternalismo ma forza capace di cambiare la storia
Foto di Alessio Zamboni
Un evento, ha detto il cardinale, che è un «ringraziamento per e con Don Oreste», un momento di gioia per celebrare l'Eucaristia in un luogo così significativo. Durante l'omelia, il cardinale ha sottolineato la figura di don Oreste come una «stella che ci orienta nei confusi incroci della vita» e ha ribadito il concetto di «rivoluzione dell'amore», un tema caro al fondatore.
Le "Giornate di don Oreste" hanno preso il via a Rimini, venerdì 5 settembre, con un evento che incarna perfettamente lo spirito rivoluzionario del suo fondatore: la Messa in spiaggia, celebrata dal Cardinale Matteo Zuppi. Un luogo insolito ma scelto con cura da don Oreste Benzi, che non aveva paura di niente quando si trattava di diffondere il bene.
Monsignor Matteo Maria Zuppi, presidente CEI, con il vescovo emerito di Rimini durante la messa in spiaggia a Rimini, 5 settembre 2025. Sullo sfondo la storica messa celebrata da don Benzi nel 1982 nel celebre scatto di Riccardo Ghinelli
Foto di Riccardo Ghinelli

Tra le tante proposte innovative di don Benzi per portare il Vangelo a tutti, ne ebbe una audace: portare la Messa direttamente sulla sabbia di Rimini, tra turisti e bagnanti "mezzi svestiti" e persone con disabilità. Il suo scopo era abbattere i muri sociali e culturali che isolavano chi era considerato "diverso". Per lui, il motto era chiaro: «Là dove siamo noi, lì che loro».
Questo approccio ha creato una vera e propria comunità, in cui giovani in cerca di speranza si univano per sostenere i più bisognosi e, allo stesso tempo, ascoltavano la Parola di Dio.
Questa visione, basata sulla giustizia e sulla Parola di Dio, è diventata una vera e propria rivoluzione che, ancora oggi, attraverso la Comunità Papa Giovanni XXIII, continua a vivere e si è diffusa in oltre 40 Paesi del mondo.
L'abbraccio tra il presidente della CEI Matteo Zuppi e il presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII Matteo Fadda al termine della messa in spiaggia, Rimini 5 settembre 2025, in apertura delle Giornate di don Oreste
Foto di Riccardo Ghinelli


Ma le Giornate di don Oreste testimoniano anche una grande comunione tra la Comunità, la città di don Benzi, e anche altri movimenti ecclesiali che hanno collaborato a queste giornate, come hanno sottolineato nei messaggi introduttivi il vescovo di Rimini Nicolò Anselmi e il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII Matteo Fadda.

Il telegramma di papa Leone XIV

All’inizio della celebrazione è stato letto un telegramma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, con un messaggio di saluto da parte di Papa Leone XIVIl. Il Santo Padre ha ringraziato il Signore per aver donato alla Chiesa «un così zelante sacerdote e intrepido testimone del Vangelo». Ha auspicato che la memoria di don Oreste sia un'occasione per rinnovare «l'impegno a favore delle persone più fragili e bisognose» invocando «la continua assistenza divina su coloro che aderiscono al carisma del compianto ministro dell'altare» e impartendo la benedizione apostolica.
Grande partecipazione alla messa in spiaggia celebrata dal presidente della CEI Matteo Zuppi sulla spiaggia libera di Rimini
Foto di Ufficio Stampa Apg23

La preghiera per la pace del cardinal Zuppi

Ed è rivolto all'orizzonte che Zuppi pronuncia, a conclusione dell'omelia, una toccante preghiera per la pace:

«Insegnaci Signore, Dio della pace, a costruire la pace che ci affidi.
Insegnaci a eliminare ogni focolaio di guerra e ad essere tutti noi colombe di pace,
fra di noi, nel nostro Paese, tra i Paesi,
scegliendo che il bene che vogliamo per noi lo dobbiamo anche volere per gli altri.
E sempre capendo che la nostra sofferenza e la sofferenza dell'altro trovano solo insieme la vera beatitudine, la vera consolazione.
Grazie Don Oreste, amen.»

I messaggi chiave dell'omelia pronunciata dal cardinal Matteo Zuppi

Il discorso del cardinale Zuppi si è sviluppato intorno a diversi punti cardine della spiritualità di Don Oreste Benzi.

Vivere la vita eterna nel presente
Zuppi ha sottolineato che credere nella vita eterna aiuta a vivere bene quella terrena, e che il ricordo di Don Oreste non è un mero esercizio del passato, ma «ci fa contemplare il futuro, che è speranza nel presente». La sua vita è stata un "dono" che non finisce, ma è eterna.

La vita come dono e comunione
Secondo il cardinale, Don Oreste ci insegna a riconoscere il corpo di Gesù nell'Eucaristia e nei "piccoli". La vita è un dono che diventa tale solo quando viene accolto da un altro. Il cardinale ha citato Don Oreste: «Ogni persona si sente dono nella misura che esiste per qualcuno. Se uno non esiste per qualcuno, in realtà, è come se non esistesse».

Amare senza paternalismo
Zuppi ha criticato duramente il paternalismo e la supponenza, definendoli «insostenibili». Un amore vero, quello che Don Oreste incarnava, «non permette di abituarci» e sa vedere la bellezza negli altri, anche in coloro che sono visti come "rarità" dalla società. La scelta di Don Oreste era di far vivere le persone emarginate, specialmente quelle con handicap, negli stessi luoghi in cui vivevamo anche noi.

La costruzione della comunità
Don Oreste vedeva la Chiesa come comunità e la parrocchia come luogo vicino alle case. Zuppi ha concluso il suo discorso esortando a «costruire dei luoghi dove pensarci insieme» e a essere «costruttori di fraternità in un mondo di soli e di isolati».