Topic:
28 Settembre 2023
Ultima modifica: 28 Settembre 2023 ore 07:56

Clima: rincari per il 23% dei prodotti. Caffè più bollente

Dal nuovo rapporto di Christian Aid: rischio aumento dei prezzi degli alimenti di uso quotidiano, colpa della siccità, caldo, inondazioni.
Clima: rincari per il 23% dei prodotti. Caffè più bollente
Foto di Foto di Photo Mix da Pixabay
A rischio rincaro in Italia per il 23% di frutta, verdura e prodotti proteici consumati ogni giorno dagli italiani che arrivano dai Paesi ad alto rischio di cambiamento climatico.
Il 23% dei prodotti alimentari preferiti dagli italiani, caffé e tonno, banane, cioccolato, potrebbe subire un significativo aumento di prezzo a causa del cambiamento climatico. A dirlo è un nuovo rapporto dell’organizzazione Christian Aid.
 

Prezzi folli a causa degli eventi climatici estremi

 
Il punto di partenza dello studio è che oggi i Paesi in via di sviluppo stanno subendo gli effetti della siccità, del caldo e delle inondazioni. Il costo di questi impatti è avvertito dagli agricoltori e dai consumatori di tutto il mondo, che vedono aumentare il prezzo degli alimenti di uso quotidiano.
La situazione non può che peggiorare se i Paesi ricchi non manterranno la loro promessa di investire 100 miliardi di dollari per il clima e di raddoppiare i finanziamenti per le strategie di adattamento entro il 2050, come promesso alla COP di Glasgow.
 

Caffé brasiliano, tonno dalla Costa d'Avorio, prezzi in aumento 

 
Sette dei 25 principali partner commerciali dell'Italia per le importazioni sono Paesi con un'elevata vulnerabilità climatica e un basso grado di capacità di adattamento. Si tratta di Brasile, Vietnam, Ecuador, India, Argentina, Uganda e Colombia. I prodotti per i quali l’Italia dipende fortemente da questi Paesi sono banane, caffè, cacao, uva, pistacchi, tonno.
 
Scendendo nei particolari del rapporto, si evince come il prezzo del caffè importato dal Brasile sia aumentato a causa di una combinazione di siccità e gelate, attribuite al cambiamento climatico, che hanno contribuito a far scendere le riserve globali di caffè al livello più basso degli ultimi vent'anni. La produzione di tonno in scatola proveniente dalla Costa d’Avorio, invece, sarà seriamente influenzata dai cambiamenti climatici e la pesca intensiva, con ribassi fino al 36% entro il 2050.
 
Allargando lo sguardo, le cose non vanno meglio per le catene di approvvigionamento di Regno Unito e Germania, dove i prodotti ad alto rischio sono rispettivamente il 22% e il 15%.

Lo stile di vita potrebbe essere stravolto

«Lo stile di vita degli italiani potrebbe essere radicalmente stravolto dagli impatti climatici», commenta Luca Bergamaschi, co-direttore di ECCO, il Think tank italiano per il clima. «Il 23% della frutta, della verdura e dei prodotti proteici consumati ogni giorno dagli italiani proviene oggi da Paesi ad alto rischio di cambiamento climatico. I prezzi potrebbero salire alle stelle e le forniture interrompersi, con un impatto sui cittadini più vulnerabili di tutte le società».
 
Siamo in tempo per invertire la rotta? Sì, ma il tempo è poco. «Per preservare la cultura tradizionale italiana è necessario intensificare gli sforzi a livello globale per raggiungere le emissioni zero e adattarsi a un nuovo clima. La diplomazia italiana sul clima per nuovi partenariati sostenuti da nuove regole finanziarie e investimenti verso i Paesi a medio e basso reddito in Africa, Asia e America centrale e meridionale sarà fondamentale nei prossimi anni. Il G7 italiano del 2024 è una sede fondamentale per costruire filiere alimentari a prova di clima e un mondo più sicuro per tutti”.