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9 Giugno 2023
Ultima modifica: 10 Giugno 2023 ore 13:23

I due anziani ucraini: «Torniamo al fronte»

Marito e moglie settantenni hanno preferito ritornare nella propria casa nonostante le bombe
I due anziani ucraini: «Torniamo al fronte»
Foto di Elisa Paradisi
Erano stati accolti a Rimini grazie alla rete della solidarietà e alla comunità locale, ma hanno preferito tornare dal proprio figlio proprio ora che potrebbe essere arruolato. Intanto in una Ucraina martoriata continua l'operato dei volontari di Operazione Colomba.
Alla fine non ce l'anno più fatta a rimanere in Italia, a continuare a guardare attoniti nel telefonino le immagini di guerra che arrivavano loro da Cherson, la loro città, che oggi è ad un passo dal fronte. Meno di un mese fa la coppia di "nonnini" (L.L., lei, e V.L., lui, marito e moglie, hanno entrambi circa 70 anni) hanno salutato la loro nuova famiglia allargata riminese, quella che li aveva accolti dopo la fuga in Italia. In meno di due giorni sono ritornati, con i pullman di linea, nella propria casa in Ucraina. Hanno ripreso a vivere proprio al fianco di quel condominio bombardato, che poco dopo l'inizio della guerra era stato colpito dal missile russo che li aveva spaventati così tanto da convincerli a scappare. Continuare a pregare a Rimini, due volte al giorno, per la pace nel proprio Paese non era abbastanza. «Se devo morire, voglio farlo nella mia casa», hanno scritto nel traduttore automatico cercando di spiegare la propria scelta a Marinella Baldassari, che li aveva accolti. In Ucraina hanno raggiunto il figlio avvocato; lui ha meno di quarant'anni, ed era rimasto a custodire le cose di famiglia e ad accudire la nonna di sua moglie. Ora aspetta di essere precettato per combattere nella Contro-offensiva ucraina.

Ucraina volontari con bambini
Ucraina, marzo 2022. Un volontario di Operazione Colomba parla con alcuni ragazzi.
Foto di Archivio Operazione Colomba
Durante l'inaspettato soggiorno a Rimini, i due nonni si erano trovati ad affrontare gli acciacchi dell'età, e hanno trovato conforto nell'accoglienza e nell'affetto della comunità locale.

Marinella Baldassari, che fa parte della Comunità Papa Giovanni XXIII e si era prodigata per la loro accoglienza a Rimini, continua a raccogliere anche a distanza i loro racconti fatti di missili e di razzi: «Nella mia vita ho partecipato a decine e decine di marce per la pace, ma mi son resa conto che è possibile comprendere appieno la gravità di una guerra solo quando si ha qualcuno della propria famiglia coinvolto direttamente. Avevo conosciuto la coppia quando erano arrivati in Italia; abbiamo trascorso più di un anno insieme. Nonostante le difficoltà, in 13 mesi abbiamo sviluppato un legame speciale. E adesso loro, che sono lì, sono come un pezzo della mia famiglia; ci sentiamo 2 o 3 volte a settimana e mi descrivono le esplosioni della notte».

Se devo morire voglio farlo nella mia casa

La situazione in Ucraina nel frattempo non ha smesso di peggiorare. Operazione Colomba, il corpo di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII continua a mantenere una presenza stabile di volontari a pochi chilometri da Cherson. Alberto Capannini, il coordinatore del progetto, li raggiungerà sabato: «Siamo a Mykolaiv con una media di 2 o 3 volontari, soprattutto in un villaggio a 2 ore di distanza dal fronte, dove collaboriamo con l'associazione locale YuthOfUkraina e stiamo organizzando un campo estivo per 250 bambini. La situazione è complessa, ma stiamo facendo del nostro meglio continuare sostenere la comunità locale».

Parte della città di Cherson è sommersa dall'acqua, a causa dell'esondazione della diga di Nova Kakhovka. Ancora non è chiaro quale sarà il livello massimo raggiunto dall'acqua, ma già le persone cercano di spalare via l'acqua dove si può. Spiega Alberto Capannini: «Le pompe della diga sono state sommerse e l'olio combustibile inquinerà i campi coltivabili. E poi ci sarà un disastro ecologico nel Mar Nero».

Forse 10.000 persone verranno evacuate a Mykolaiv. La cittadina ora è relativamente tranquilla perché lì, da quando il fronte si è spostato, i russi bombardano meno di prima.

Ospedale pediatrico di Odessa con volontari della Carovana per la Pace
Ospedale pediatrico di Odessa con i volontari della Quinta Carovana per la Pace, 1 aprile 2023.
Foto di #stopthewarnow
Distribuzione dei compiti in una missione di pace in Ucraina con Cofano
Distribuzione dei compiti durante una delle missioni di pace. Al centro Gianpiero Cofano, coordinatore della rete.
Distribuzione alimenti fra i civili
Distribuzione alimenti fra i civili a Mikolaiv in Ucraina
Foto di Archivio Operazione Colomba

«Cadono bombe una volta a settimana mentre gli allarmi un paio di mesi fa erano quotidiani. Fra il Covid e tutto il resto, i bambini qui non vanno a scuola da 3 anni; seguono la scuola online, in un posto in cui manca spesso la corrente. Per tornare a scuola in presenza a settembre ci vorranno almeno un rifugio per ogni bambino, un generatore per la corrente elettrica ed un accesso all'acqua. A Mykolaiv direi che sono pochissime le scuole ad avere queste tre caratteristiche».