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16 Gennaio 2024
Ultima modifica: 16 Gennaio 2024 ore 14:27

Zuppi: «Dovremmo passare più tempo in ospedale»

Il Presidente della CEI lo ha dichiarato durante l'inaugurazione di un centro di ascolto rivolto ai pazienti con fragilità psicologica
Zuppi: «Dovremmo passare più tempo in ospedale»
È dedicato a Lisa, una ragazzina con disabilità accolta nella Comunità Papa Giovanni XXIII. «Era un'anima luminosa», racconta chi l'ha accolta.

Nell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna apre i battenti il "Centro di Ascolto Lisa" rivolto ai pazienti e ai familiari che hanno bisogno di supporto in un periodo di malattia e fragilità psicologica. Da venerdì scorso il Centro progettato insieme da Caritas, Unibo, Ospedale Sant'Orsola e Comune di Bologna, è accessibile al padiglione 25 ogni martedì mattina su prenotazione.

Monsignor Zuppi: «Qui si ascolta la vita vera»

Nel corso dell'inaugurazione il ringraziamento più vivo è stato da parte del Cardinal Zuppi che nel suo intervento ha dato risalto alle relazioni che richiedono ascolto nei luoghi di cura. «L'ospedale è un luogo dove forse dovremmo passare tutti molto più tempo, perché qui si ascolta la vita vera. Qualche volta fuori viviamo una caricatura della vita e qui capiamo cosa sia davvero, con la gratuità, la bellezza, e anche anche la necessità dell'aiuto degli altri».
Nel Policlinico bolognese passano ogni giorno circa 20 mila visitatori tra pazienti, familiari e operatori che  possono avere d'ora in avanti a disposizione la rete di solidarietà che Caritas offre a chi è in una situazione di solitudine, dolore e fragilità.

Chi era Lisa

Lisa. A lei è dedicato il centro di ascolto
Ma chi era Lisa, la ragazzina con disabilità a cui il Centro è dedicato?
Occhioni grandi sotto quei simpatici occhiali rosa, un sorriso a tutto tondo che regalava simpatia a chi la incontrava. Lisa, accolta dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII a soli 5 mesi è diventata un faro di speranza e una figura amata nella rete ospedaliera che l'ha seguita dall'inizio fino al termine della sua vita, avvenuta a 14 anni. Nell'inaugurazione del 12 gennaio quella stessa comunità  ha voluto esprimerle la sua riconoscenza dedicandole il punto d'ascolto della Caritas. Monia Poluzzi, la mamma affidataria della Comunità di don Benzi, racconta la bontà e la gioia di vivere e di scoprire di Lisa: «Era un'anima luminosa, capace di diffondere gioia semplice e contagiosa. Ha permeato la vita di chiunque l'abbia incontrata con la sua forza, semplicità, allegria e spontaneità. Non solo ha cambiato la mia vita, ma ha toccato profondamente il cuore di tanti altri, lasciando un'impronta indelebile».

La capacità di accogliere la fragilità

«La sua capacità di amare - continua Monia - era straordinaria e abbracciava con un amore genuino e incondizionato. Lisa amava profondamente la sua famiglia, i suoi fratelli hanno ricevuto un affetto unico e speciale. Gli amici erano accolti con gioia, e la sua fede in Gesù, sempre cercato nell'eucaristia, era una fonte di ispirazione. Lisa aveva un dono speciale: la capacità unica di accogliere gli altri senza giudizio, abbracciando la diversità umana senza dimenticare nessuno».
Ma che emozioni ha vissuto chi l'ha vista crescere, vedendo venerdì mattina la scritta del Centro col suo nome?
«Mi ha colpito - conclude Monia - che alcune persone che hanno fatto un pezzo di strada con Lisa abbiano pensato di dedicarle questo sportello. Ancora più significativo perché si trova in un luogo che purtroppo, per tanto tempo, per noi è stato casa. E poi credo che sia veramente bello che Lisa, che ha sempre cercato, portato nel cuore, accolto e custodito la fragilità, la sofferenza degli altri, possa continuare a prendersi cura di chi ha bisogno. Sono davvero orgogliosa di lei, come sempre. I semi che Lisa ha sparso intorno a sé, continuano a fiorire ogni giorno!».