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11 Novembre 2025
Ultima modifica: 12 Novembre 2025 ore 19:02

Don Oreste Benzi cittadino europeo. Destra e sinistra unite per il profeta degli ultimi

Il 19 novembre a Bruxelles si celebra il Centenario della nascita di Don Oreste Benzi, cittadino di speranza che unisce l'Europa.
Don Oreste Benzi cittadino europeo. Destra e sinistra unite per il profeta degli ultimi
In occasione dell'appuntamento del 19 novembre al Parlamento europeo per celebrare il Centenario della nascita di Don Oreste Benzi, Ezio Nobili, referente della Comunità Papa Giovanni XXIII in Europa, traccia un bilancio dei 15 anni di attività a Bruxelles. Spiega il ruolo chiave degli europarlamentari, l'impegno a costruire relazioni istituzionali con i gruppi politici, che vadano al di là delle singole posizioni e ideologie politiche.

In vista dell'evento del 19 novembre, organizzato per celebrare il Centenario della nascita di Don Oreste Benzi, abbiamo incontrato Ezio Nobili, referente del Percorso Europa nell’ambito giustizia internazionale della Comunità Papa Giovanni XXIII (APG23).
L'incontro, intitolato Un cittadino europeo testimone di speranza, sarà un momento istituzionale per trasmettere agli europarlamentari il messaggio di speranza che l'eredità spirituale e sociale di Don Benzi porta attraverso la vita e la missione della Comunità.

Nobili traccia un bilancio dell'attività quindicinale, spiegando il complesso ruolo dell'APG23 e, soprattutto, l'approccio adottato per costruire relazioni istituzionali con i 9 gruppi politici del Parlamento, dalla Sinistra alla Destra. Un dialogo trasversale che permette alla Comunità di portare avanti il suo impegno concreto e di condividere la visione del fondatore, la "Società del gratuito", con gli europarlamentari. 

Ezio Nobili, rappresentante della Comunità Papa Giovanni XXIII, al Parlamento europeo
  L'evento del 19 novembre "Un cittadino europeo testimone di speranza" è un momento istituzionale per celebrare il Centenario della nascita di don Oreste Benzi. Qual è il messaggio specifico che l'eredità spirituale e sociale di Don Benzi può portare oggi all'attenzione dei 720 europarlamentari e trasmettere alle istituzioni europee?

«Il messaggio è presente nel titolo, ma soprattutto vive concretamente oggi attraverso la vita nella condivisione con i poveri e di fraternità della Comunità Papa Giovanni XXIII nata da Don Oreste Benzi, che ne è stato il primo testimone.
La vita della Comunità è un messaggio di speranza alla società e agli eurodeputati che il 19 ascolteranno e la incontreranno attraverso la prima parte dell’evento in cui scorreranno alcuni video e testimonianze dal vivo. Farà il quadro di tutto il nostro presidente Matteo Fadda alla presenza dell’Ambasciatrice d’Italia a Bruxelles Federica Favi e di altre personalità istituzionali, oltre a svariati MEPs.»

Perché la APG23 ha scelto di essere presente al Parlamento Europeo 15 anni fa?

«Perché si faceva sempre più chiara l’influenza delle istituzioni Europee sulla legislazione dei singoli Stati, quindi su scelte che andavano a determinare la vita di persone che sono ai margini o in situazione di povertà.»    

Qual è il bilancio di questi anni di attività? In sintesi, qual è stato il vostro ruolo?

«Abbiamo lavorato per meglio conoscere dall’interno il funzionamento del Parlamento Europeo, un’istituzione complessa che si muove condividendo i poteri con la Commissione europea e il Consiglio. Il ruolo degli europarlamentari (MEP = Member European Parliament) è centrale al suo interno per le oltre dodicimila entità iscritte nel registro della trasparenza europeo, il canale per muoversi e operare al suo interno. Ogni iniziativa, proposta, azione che viene dall’esterno transita da loro perché sono gli interlocutori per l’istituzione del Parlamento. Quindi, sia per influenzare i percorsi legislativi che per organizzare incontri o eventi nel Parlamento europeo è necessaria la relazione con loro. Per questo una delle priorità a cui abbiamo dedicato tempo ed energie è stata incontrare gli europarlamentari di tutti i gruppi politici, presentando la Comunità Papa Giovanni XXIII nel suo insieme a partire dalla vita di condivisione e rimozione delle cause che la caratterizza e cercando di identificare i temi su cui avremmo potuto collaborare con ognuno di loro. Lo scopo è quello di aprire dei canali e creare ponti tra l’associazione e le realtà del Parlamento; per questo abbiamo anche organizzato alcuni eventi al suo interno o Webinar online.»

Il risultato più significativo

Voi rappresentate l'APG23 in tutti i suoi ambiti di impegno. Qual è l'ambito in cui avete ottenuto il risultato più importante?

«Sono svariati i temi su cui ci muoviamo, tanti quanti i nostri ambiti di condivisione, ma uno su cui siamo riusciti a mettere allo stesso tavolo tutti i gruppi politici del Parlamento europeo è stato quello della tratta di donne migranti.
Non è semplice creare un clima e un ambiente che faccia sentire ogni punto di vista e sguardo rispettato e ascoltato. Le tensioni che corrono tra i differenti gruppi politici rendono ancora più difficile questa strada. Fondamentale anello della costruzione della pace, per noi, è proprio quello dell’incontro e della capacità di dialogo tra differenti punti di vista e soluzioni, che è anche cuore della democrazia.»  

Conferenza Gender Based Violence against migrant women il 9 novembre 2022 al Palramento Europeo

 

L'approccio alle risoluzioni europee

La Comunità ha lavorato a risoluzioni su temi complessi come i "Minerali dovere di diligenza", i "Rom diritti fondamentali" o le "Lingue dei segni". Puoi citare l'ambito in cui l'apporto dell'APG23 è stato più significativo e in cosa è consistito, concretamente, il vostro contributo?

«In realtà non abbiamo un mandato chiaro e definito della Papa Giovanni XXIII di intervenire sui percorsi delle risoluzioni che toccano i più poveri a cui siamo legati per vocazione. Ad oggi ci siamo focalizzati sullo studiare queste risoluzioni e conoscere i meccanismi, gli ambienti, i percorsi dentro cui queste si sviluppano.  Abbiamo approfondito le diverse risoluzioni, con i vari ambiti di competenza, per favorire il più possibile una crescita condivisa della Comunità su questo percorso di lavoro.»
 

La chiave del dialogo trasversale

Il Parlamento è composto da 9 gruppi politici. Qual è l'approccio con cui riuscite a lavorare con tutti (dalla Sinistra alla Destra)?

«Abbiamo avuto innumerevoli incontri con europarlamentari al Parlamento europeo e con candidati alle ultime elezioni europee di tutti i gruppi politici, anche nelle nostre strutture e case di accoglienza da nord a sud d’Italia insieme ai membri della APG23 presenti in loco. L’approccio è quello di lavorare per creare una relazione istituzionale tra il deputato e la Comunità Papa Giovanni XXIII che vada al di sopra della singola posizione, opinione o pensiero ideologico o politico che sia.»

Qual è la chiave per mantenere questo approccio e costruire relazioni efficaci?

«Lavorare concretamente con ognuno di loro su ciò che ci unisce; la Comunità opera in tanti ambiti e differenti situazioni trasversali, che trovano la condivisione per alcuni temi con politici di Destra, altri con quelli di Sinistra ecc. e a ognuno portiamo le nostre proposte. Cerchiamo di non fare prevalere le diversità e differenze, perché non ci dividano e diventino ostacolo.»


L'eredità di Don Benzi: un messaggio di speranza

 A chi si rivolge in particolare l'incontro del 19 novembre a Bruxelles e cosa sperate possa portare, in termini di attenzione o azioni future?

«Il desiderio è quello di fare conoscere la figura di Don Oreste e dell’Associazione che è nata dal suo carisma, perché in un ambiente multiculturale e valoriale come il Parlamento europeo possa aprirsi un canale per portare il contributo della vita della associazione a favore dei più poveri e per la costruzione di una società più umana che nel nostro cammino specifico era il sogno del fondatore e si chiama Società del gratuito