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9 Marzo 2021
Ultima modifica: 9 Marzo 2021 ore 15:58

Cingolani: «All'Italia serve una transizione burocratica»

Il neo ministro alla Transizione ecologica interviene alla diretta Asvis e spiega la sua strategia per rendere l'Italia leader europeo dello sviluppo sostenibile
Cingolani: «All'Italia serve una transizione burocratica»
Foto di Giuseppe Lami
L'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile evidenzia i punti critici del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che va presentato alla Commissione Europea entro il 30 aprile. Il neo Ministro della Transizione ecologica: «Per applicare efficacemente il Recovery plan dobbiamo snellire le norme»
In un momento di criticità, di grande incertezza, ma anche di grandi speranze per il nostro Paese e per il mondo, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis), ha presentato stamattina in diretta streaming un’analisi della Legge di Bilancio e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) adottato il 12 gennaio dal precedente esecutivo, attualmente in fase di revisione da parte del nuovo Governo guidato da Mario Draghi.
Nel recente Rapporto sulla situazione italiana rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentato l’8 ottobre 2020 e a cui SempreNews ha già dedicato un approfondimento, Asvis ha evidenziato i punti di maggior criticità che devono essere superati per poter raggiungere gli obiettivi posti dalle Nazioni Unite. Molti contenuti del PNRR vanno nella direzione corretta, ma questa non indica il punto di approdo, contrariamente a quanto richiesto dalle linee guida europee (e come per esempio fatto nel piano spagnolo).

Persone, pianeta e crescita

People, Planet, Prosperity sono le parole chiave su cui il Governo italiano costruirà la proposta di PNRR che, ricordiamolo, deve essere presentato alla Commissione europea entro il 30 aprile 2021. Ma le criticità generali emerse dalla lettura del PNRR da parte di Asvis, sono principalmente legate all’assenza dell’indicazione di traguardi (qualitativi), di obiettivi (quantitativi) e dei tempi d’esecuzione, considerando in particolare che il termine entro cui conseguire gli obiettivi del Piano è fissato al 31 agosto 2026. C’è bisogno di più concretezza, quindi.
Sul lungo termine, Asvis evidenzia i rischi di non raggiungere gli obiettivi relativi al tema dell’istruzione (in particolare l’obiettivo di ridurre entro il 2030 di almeno il 15% la quota di studenti con competenze insufficienti in lettura, scienze e matematica), in merito al tema del divario occupazionale di genere e di ridurre, entro il 2030, la quota di emissioni di CO2 del 55% rispetto ai livello del 1990.
Inoltre, non tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile sono stati presi in considerazione nel PNRR (ancora allo stato di bozza). Mancano contenuti importanti, come ad esempio la biodiversità.

Pochi investimenti sul capitale naturale

Sui temi della sostenibilità ambientale, nonostante sia aumentata la consapevolezza tra cittadini, secondo Asvis il PNRR non sembra cogliere il senso del Programma Next Generation EU, che porta nel nome l'obiettivo di agire oggi per costruire un futuro più sano, più sicuro e più sostenibile per le nuove generazioni di europei. In particolare, non è colto il nesso che lega natura e pandemie, nonostante la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) abbia indicato «investire nella natura» quale primo punto della propria proposta di rilancio dell’economia dopo la pandemia, e la Presidente della Commissione europea abbia recentemente dichiarato che «se non agiamo con urgenza per proteggere la natura siamo all’inizio di un’era di pandemie».
Peraltro, gli stessi concetti sono contenuti anche nel recente documento Impegno dei leader per la natura, sottoscritto dal Presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte, il quale afferma che bisogna «mettere la biodiversità, il clima e l’ambiente nel loro insieme al cuore delle strategie e degli investimenti per la ripresa dal COVID-19». 

Il neo ministro Cingolani: «Ci vuole una transizione burocratica»

La realizzazione del Piano richiede un forte impegno delle Pubbliche Amministrazioni e il coinvolgimento dei diversi livelli territoriali. Nella bozza di PNRR non sono ancora indicate le riforme da seguire, ma il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, intervenuto durante la diretta, precisa: «Siamo chiamati a un’operazione molto complessa, perché nel concetto di transizione dobbiamo andare dal punto A - il locale, ciò che il Paese ha in questo momento di pandemia - a B - il globale. Questo fa sì che dobbiamo attuare una strategia di trasformazione glocal».
«In parallelo alla transizione ecologica - ha aggiunto - dobbiamo avviare la transizione burocratica, ovvero una fase di snellimento delle norme in modo che quanto previsto dal Recovery Plan possa essere applicato in maniera efficiente».
Cingolani Axa Forum
Foto di ANSA/Bartoli

Secondo Cingolani, se l’Italia lavorerà bene al proprio PNRR, potrà diventare leader in Europa sui temi della transizione: «Siamo un territorio con un potenziale enorme: cibo, energia pulita, territorio. Infatti i nostri pilastri sono agricoltura ed economia circolare, clima ed energia rinnovabile, efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, risorse idriche. Lavorando di concerto con la società civile su questi temi, possiamo arrivare al punto B garantendo un futuro più sostenibile alle generazioni future. Presto saremo in grado di diffondere i dettagli del nostro piano, ora ancora work in progress