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6 Novembre 2025
Ultima modifica: 6 Novembre 2025 ore 16:04

Crack, gioco, psicofarmaci: oggi i giovani si drogano così

Boom di dipendenze comportamentali e uso di psicofarmaci tra adolescenti: il sistema di cura e prevenzione in Italia è obsoleto. L'Italia a rischio collasso, l'appello della Comunità Papa Giovanni XXIII alla Conferenza Nazionale Droghe domani a Roma.
Crack, gioco, psicofarmaci: oggi i giovani si drogano così
Foto di Alla (generato con IA)
Alla vigilia della VII Conferenza Nazionale sulle Dipendenze a Roma, Ugo Ceron, referente per le dipendenze della Comunità Papa Giovanni XXIII, lancia un allarme sui dati drammatici tra i giovani: il gioco d'azzardo tocca il 57%, aumentano alcol e abuso di psicofarmaci. Urgente un sistema di servizi aggiornato e un cambio di paradigma.
Il 7 e 8 novembre 2025, al Centro Congressi “Auditorium della Tecnica” di Roma, si svolgerà la VII Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, appuntamento istituzionale di ascolto e confronto tra soggetti pubblici e privati impegnati nella prevenzione, nella cura e nel recupero. Il Governo ha voluto ristabilire la periodicità triennale prevista dalla legge (Testo Unico sugli stupefacenti e le sostanze psicotrope, DPR n. 309/90) e ampliare l’ambito delle problematiche affrontate dalle dipendenze da sostanze a quelle comportamentali, come la ludopatia e la dipendenza da social. 
 
Ugo Ceron, psicologo e psicoterapeuta referente delle dipendenze per la Comunità Papa Giovanni XXIII, autore del libro Legami invisibili, rappresenta l’Associazione alla Conferenza. L’intervento.

Il responsabile di zona Veneto Ovest, Ugo Ceron
Ugo Ceron, psicologo e psicoterapeuta, referente della Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII che si occupa di dipendenze.
Foto di Marco Tassinari
  
Secondo i dati elaborati da uno studio Espad Italia, coordinato dal Cnr, su un campione di oltre 20mila studenti delle scuole superiori e diffusi al recente Convegno Kronos e Kairos, in Italia la dipendenza più diffusa tra i giovanissimi riguarda il gioco d'azzardo che ha raggiunto nel 2024 i livelli più alti sempre, con il 57 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni che lo hanno provato nonostante sia vietato ai minori.

Per quanto riguarda le sostanze, la più abusata tra i giovanissimi rimane l'alcol: il 30 per cento dei ragazzi tra 15 e i 19 anni ha avuto almeno un'ubriacatura. I consumi di alcol, in particolare degli eccessi alcolici, continuano a crescere ed aumentano gli studenti che fanno il primo uso di alcol a 14 anni. Da segnalare poi un cambiamento di genere: dopo la pandemia le ragazze hanno superato i ragazzi negli eccessi alcolici: il 32,5 per cento delle ragazze tra i 15 e i 19 anni ha avuto almeno un'ubriacatura contro il 30 per cento dei ragazzi. Infine un dato che desta preoccupazione riguarda l'impennata che ha avuto negli ultimi anni l'uso di psico-farmaci senza prescrizione medica. L'abuso tra i giovanissimi, in particolare da parte delle ragazze, di queste sostanze legali, usate sia per cercare lo sballo sia per migliorare il proprio rendimento scolastico, è pari al 12 per cento.
 
Cannabis, sostanza psicoattiva più diffusa in Italia nel 2024
Dati principali Relazione Parlamento 2025 - Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze - Presidenza del Consiglio dei Ministri

Senso e rabbia verso il mondo adulto

Viviamo all’interno di un clima di forte polarizzazione. Questo clima di contrapposizione costante non aiuta ad orientarsi e produce incertezza, indecisione e disaffezione. Quando incontriamo i giovani raccogliamo un profondo senso di smarrimento e di rabbia verso il mondo adulto incapace di promuovere un clima che sappia orientare a scelte di vita efficaci di fronte alla gravità delle prospettive di vita.
L’esperienza continua di smarrimento, le frequenti frammentazioni – come le rotture di legami familiari – sono riconosciuti come fattori predisponenti la ricerca di consolazioni, di meccanismi per acquietare l’angoscia di fondo, rendendo così le sostanze o i comportamenti di dipendenza assai appetibili. Se vogliamo quindi ragionare in una dimensione di prevenzione universale dobbiamo cambiare paradigma: cerchiamo ciò che ci unisce e non ciò che divide.

Consumo di sostanze in leggera diminuzione tra gli studenti
Dati principali Relazione Parlamento 2025 - Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze - Presidenza del Consiglio dei Ministri
Cocaina
Dati principali Relazione Parlamento 2025 - Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze - Presidenza del Consiglio dei Ministri
Sostanze psicoattive legali
Dati principali Relazione Parlamento 2025 - Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze - Presidenza del Consiglio dei Ministri

Crack sempre più diffuso

Oltre a questi dati, sono da segnalare quelli dell’ultima relazione al Parlamento in cui si vede che il consumo di sostanze rimane un problema significativo sebbene vi sia una diminuzione nell'uso della cannabis tra i giovani. Oltre all'aumento del gioco d’azzardo nei giovani e una continua estensione del gaming e dei disturbi da uso di internet, nelle nostre città la cocaina, in particolar modo nella forma del crack, è sempre più presente e sta rappresentando quello che era l’eroina negli anno '80. Per questo serve uno sforzo maggiore per impedire questa diffusione capillare di sostanze e per impedire che la dipendenza diventi normalità.

Nuove Sostanze Psicoattive
Dati principali Relazione Parlamento 2025 - Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze - Presidenza del Consiglio dei Ministri

Uscire dalla precarietà di prevenzione

La lotta alle sostanze e ai comportamenti di dipendenza, comunque la si porti avanti, rischia di essere vana se non si affianca ad una scelta di campo convinta e decisa per la prevenzione, che è la vera risposta alle dipendenze. In Italia abbiamo un’ottima legge che definisce i Lea, ossia i livelli di essenziali assistenza sociosanitaria che lo stato garantisce ai suoi cittadini anche con dipendenza patologica, ma non parla di prevenzione in senso generale, se non delle malattie legate allo stato di dipendenza. Crediamo che il lavoro preventivo debba uscire dallo stato di precarietà nel quale si trova da molto tempo, sempre legato a progetti di durata annuale e raramente triennale, oppure a finanziamenti incerti che non permettono di stabilizzare quelle azioni che per essere incisive necessitano di tempi continuativi e lunghi. Dobbiamo promuovere una concertazione che porti all’elaborazione, in prima battuta almeno a piani triennali o quinquennali, per poi giungere ad essere inseriti nelle prestazioni Lea in modo da divenire attività continuativa strutturata.

Ridisegnare e sostenere il sistema dei servizi per le dipendenze

L’attuale sistema dei servizi per le dipendenze, delineato nei primi anni ’90 spesso risulta oggi inadeguato ad intercettare i nuovi bisogni. I servizi attualmente attivi faticano a offrire risposte efficaci e tempestive, sia a causa di vincoli normativi ormai superati sia per la scarsità di personale. È quindi necessaria una revisione organica della normativa nazionale e regionale vigente, per aggiornare il quadro di riferimento, definire nuovi standard di servizio e garantire un sistema realmente capace di affrontare la complessità delle dipendenze contemporanee. Inoltre, occorre dotare i servizi delle dipendenze del personale necessario.

Una governance basata sull’integrazione pubblico-privato

Le strutture del terzo settore svolgono una vera e propria funzione pubblica. Le comunità terapeutiche sono nate negli anni ’80 per rispondere all’assenza di soluzioni residenziali, offrendo accoglienza a persone con dipendenza da eroina, allora molto diffusa. L’integrazione tra pubblico e privato, tra Ser.D. e comunità terapeutiche, rappresenta un punto di forza del sistema e va sostenuta e rilanciata attraverso percorsi strutturali. A tal fine è fondamentale evitare derive esclusivamente sanitarie, che rischiano di semplificare e impoverire la complessità del modello di intervento, non valorizzando adeguatamente le dimensioni psico-educave, l’accompagnamento al lavoro e il reinserimento sociale specifiche del Trattamento Residenziale svolto nelle comunità terapeutiche. Occorre un urgente adeguamento al costo della vita e dei beni/servizi, cresciuto in modo rilevante negli ultimi due decenni. Infine, è necessario un miglioramento dell’interlocuzione tra livello nazionale e livello regionale e tra livello regionale e a livello delle singole Ausl.

Contrasto al Gioco d'azzardo patologico (GAP)

Ci permettiamo poi di incoraggiare il governo e il parlamento tutto, di non cedere alle lusinghe dei gruppi di interesse che chiedono di allentare i vincoli di pubblicità sul Gioco d’azzardo, una delle misure che ha permesso di arginare il fenomeno.

Moltiplicare i punti di accesso al sistema di cura

Rimane ancora troppo lungo il periodo di latenza cioè il tempo che trascorre tra l’inizio dei problemi di dipendenza e la presa in carico in percorsi di recupero e reinserimento, siamo ancora, come anni fa, attorno agli 8-10 anni. Dobbiamo moltiplicare le porte di accesso al sistema di cura prevedendo più modalità di accesso e contatto, per ridurre il tempo di latenza, definendo con quali criteri e quali metodologie. Crediamo ad esempio che si possano pensare delle reti di contatto diretto tra le unità di strada e le realtà di accoglienza oltre che con i SERD.

Cambio di paradigma

Infine, dobbiamo promuovere un cambio di paradigma. Don Oreste Benzi ci invitava a considerare che “l’uomo non è il suo errore”, ma l’uomo non è neanche la sua dipendenza. In tal senso serve un processo sociale che metta al centro l’uomo con le sue istanze di senso, le sole che riescono a costruire identità equilibrate che sappiano resistere ai richiami delle sostanze. È importate accedere ad una dimensione altra, di Infinito che ci aiuta ad andare oltre noi stessi per sperimentare come la Trascendenza – che nel nostro cammino è l’incontro con Dio –, faccia nuove tutte le cose.