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10 Giugno 2025

Estate tra i bambini più emarginati

Le proposte per i giovani per l'estate 2025
Estate tra i bambini più emarginati
In aumento solitudine e povertà di bambini e adolescenti nelle periferie. Si mobilitano i giovani della Comunità Papa Giovanni XXIII in strada al loro fianco con i "Campi fuori le mura"
Vivono vicino alle discariche, in baracche fatiscenti per lo più da soli o in famiglie disagiate in villaggi isolati senza servizi essenziali. Non vanno a scuola, o ci vanno saltuariamente, in altri casi a scuola ci vanno ma devono affrontare mille ostacoli tra emarginazione e frammentarietà familiare per poter studiare. Ma soprattutto faticano ad avere il necessario per vivere. 
Nelle periferie di diverse città la Comunità Papa Giovanni XXIII accoglie tutto l’anno e sostiene bambini e ragazzi che resterebbero invisibili, senza diritti, proprio nell’età più delicata della crescita. 
Ma ci sono anche centinaia di giovani che in particolare d’estate – ma non solo – scelgono di dedicare il tempo delle vacanze accanto a loro nei quartieri più poveri o nelle aree montane più isolate. 
I campi fuori le mura sono campi di animazione accanto a chi vive più ai margini della società e hanno appena preso il via in Marocco, Kenia, Albania, Romania, Grecia, Germania e anche in terra italiana, a Palermo, Trapani e Chieti.

Marocco, Romania, Kenya…

Da pochi giorni un gruppo di giovani “fuori le mura” ha incontrato i bambini della città berbera Tatiouinne in Marocco. Lo racconta Antonio De Filippis che da anni sostiene questa nuova frontiera con la fiducia di una presenza stabile anche a Tangeri «Tra le montagne, gli uomini e le donne di questa area un po' emarginata vivono una vita molto semplice, fatta di cura della famiglia, della terra, degli animali, di preghiera e di vita comunitaria. Gli abitanti del villaggio sono poveri ma i bambini che nascono lì crescono con una sensibilità verso il prossimo molto maggiori di quanto non avvenga in città. La condivisione è stata forte, in un contesto culturale e religioso totalmente diverso dal nostro, il gruppo si è impegnato a far interagire i bambini tra di loro, farli apprendere giocando e fare anche un po' di compiti, con momenti anche interreligiosi e interculturali molto preziosi».
In luglio, tra le varie esperienze estive, sono attesi i giovani anche dai bambini a Matasari, una terra redditizia, finché funzionavano le cave per l’estrazione del carbone, nel sud della Romania. «Oggi che le miniere stanno chiudendo e il paese si sta sempre più impoverendo non solo dal punto di vista materiale ma morale, sta quasi diventando un deserto, i bambini ci aspettano con entusiasmo come fossimo per loro piccole gocce d’acqua in un deserto» – spiega don Federico Pedrana che conosce bene i genitori di Matasari, che erano i bambini supportati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII vent’anni fa. 
In agosto, campo fuori le mura anche a Nairobi. Manuel Fumarola è un volontario di 31 anni che ha lasciato un pezzo di cuore in Kenya e presto tornerà come ci ha raccontato. «Avevo sentito parlare dei ragazzi di strada ma finché non lo vedi con i tuoi occhi, non puoi capirlo. Ragazzini che si avvicinano alla droga per attenuare i dolori della fame e dei pensieri, giovani come zombie che dormono nei canali di scolo, su marciapiedi o rotonde mentre intorno l'inferno urbano corre nella totale indifferenza. La scelta della strada per loro vale più di una madre che non ti riconosce, di un padre che ti picchia, e della mancanza di cibo. Poi c’è un’altra Nairobi che ho vissuto da fratello maggiore nel nostro Rescue center, una oasi a due passi dal caos, insieme a quelli che la strada l'avevano lasciata andare alle loro spalle. Come Karanja, un bambino unico nel suo genere, che nonostante i 13 anni ne potrebbe dimostrare 7. Con lui leggevamo il Piccolo Principe. Il rituale continuava così: il rimbocco delle coperte, un bacio della buonanotte e una "magia" contro gli incubi. Indimenticabile».
Monica Strada ha 20 anni, è casco bianco nel nord dell’Albania, e a Scutari animerà un campo fuori le mura tra i bambini delle case di accoglienza e delle famiglie che la Comunità sostiene, andandoli a trovare là dove vivono. «In Albania ho imparato a vedere il mondo con occhi diversi, dalla parte dei più bisognosi. In questo anno mi ha cambiato molto conoscere in prima persona famiglie che vivono in estreme situazioni di disagio e che nonostante non abbiano niente, ogni volta che le andiamo a trovare, sono molto ospitali: chi non ha quasi niente è sempre il primo disposto ad aiutare e a dare anche l'ultima cosa che ha.  In alcune aree dell’Albania la società è ancora molto tradizionalista e porta in molti casi a far sì che i ragazzi, soprattutto delle famiglie indigenti, non abbiano possibilità di conoscere un’alternativa alla vita che gli è stata imposta. Con la nostra presenza possono conoscere un punto di vista diverso sul mondo e potremmo ispirare qualcuno a cambiare la sua storia». 

Il fenomeno dei bambini di strada e della povertà infantile

Le strade delle grandi metropoli così come le aree più periferiche rurali e montane sono costellate ancora oggi di storie di sofferenza e lotta quotidiana per la sopravvivenza. Il fenomeno dei ragazzi di strada rappresenta una delle emergenze sociali più gravi. Da una parte, ci sono bambini e adolescenti che vivono lontani da una dimora familiare fissa, sono spesso abbandonati, orfani o fuggiti da violenze, sono costretti a vivere e lavorare in strada. 
In Africa, uno dei continenti più colpiti da conflitti interni, siccità e disuguaglianze economiche, i cosiddetti “street children” sono più di 30 milioni. I dati più recenti dell’Unicef stimano che oggi il 40% dei bambini dell'Africa sub-sahariana vivono in condizioni di estrema povertà, la percentuale più alta a livello globale.
Dall’altra parte, milioni di bambini, che invece una dimora stabile ce l’hanno, vivono in situazione di povertà e di grave emarginazione sociale, in nuclei monogenitoriali o in famiglie numerose con grave disagio e fragilità, anche nel vecchio continente, specie nell’est Europa.
I dati Unicef parlano di un aumento di 1 milione di bambini in condizioni di povertà dal 2020 a cui vanno aggiunte gravi situazioni di disagio ed esposizione a maltrattamenti e abusi. 11 milioni di ragazzi – specie tra i 15 e i 19 anni - soffrono di problematiche legate alla salute mentale. 1 bambino su 8, a partire dai 12 anni, riceve regolarmente richieste online indesiderate a sfondo sessuale
Tuttavia, c'è ancora chi cerca di dare loro una speranza, vivendo in mezzo a loro, accogliendo chi è senza famiglia o affiancando le famiglie più emarginate come la Comunità Papa Giovanni XXIII che attraverso i campi fuori le mura tenta di far toccare con mano un altro modo di vederli e ascoltarli, di includerli perché escano dalla invisibilità e possano avere un futuro migliore. Uno spiraglio di luce e di prossimità concreta che continua anche durante l’anno grazie alla presenza dei missionari sul posto. Una condivisione in strada, lì dove bambini e ragazzi vivono o trascorrono gran parte della vita da soli, che trasmette gomito a gomito con chi ha imparato ad arrangiarsi un messaggio forte: ci si salva solo insieme.