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22 Aprile 2021
Ultima modifica: 23 Aprile 2021 ore 14:37

Scomparsa una foresta grande come i Paesi Bassi

Il punto sulle foreste in occasione della Giornata per la Terra
Scomparsa una foresta grande come i Paesi Bassi
Foto di bertvthul
L'area di foresta distrutta è aumentata del 12% rispetto al 2019. Nei Tropici si sono persi 12,2 milioni di ettari. Ma ci sono Paesi che migliorano
Com'è andato il 2020 per le foreste mondiali? Purtroppo molto male. Secondo i numeri dell'ultimo rapporto di Global Forest Watch, l'area di foresta distrutta è aumentata del 12% rispetto al 2019. Nei Tropici si sono persi 12,2 milioni di ettari, quasi come se in un solo anno fosse sparito ogni bosco d'Italia. Di questi, 4,2 milioni sono foreste primarie, incontaminate, molto importanti per lo stoccaggio di CO2 e la biodiversità. 
L’area di foreste vergini scomparsa per via di abbattimenti e incendi è grande quanto i Paesi Bassi ed equivale alle emissioni di 570 milioni di automobili, più di un terzo di quelle complessivamente in circolazione. Incredibile che tutto questo consumo avvenga in un anno in cui l’essere umano si è trovato confinato in lockdown. Il 2020, addirittura, è stato il terzo peggior anno dell'ultimo ventennio. 

Brasile in cima alla classifica

I danni più gravi sono quelli relativi alle aree tropicali di Sudamerica e Africa, cruciali per l'assorbimento di diossido di carbonio. In particolare, il Brasile è il paese più colpito, seguito dalla Repubblica democratica del Congo e la Bolivia (quest’ultima, nel 2020, ha superato l’Indonesia scivolata al quarto posto). 
Il Brasile è ancora una volta in cima alla lista per la perdita annuale di foresta primaria con una perdita totale di 1,7 milioni di ettari nel 2020, più di tre volte il secondo paese più alto. La perdita di foreste primarie in Brasile è aumentata del 25% nel 2020 rispetto all'anno precedente.
Anche la situazione in Congo è particolarmente problematica. Nel 2020 sono stati persi 500mila ettari di foreste primarie, soprattutto per l'espansione agricola, l'aumento dei prezzi di commodity come il cacao e l'olio di palma e i tagli illegali di legname.
Se guardiamo all’Europa, l'ultima delle foreste primarie del continente, quella di Białowieża tra Polonia e Bielorussia, è oggetto di nuovi conflitti per i prelievi di legname decisi dal governo polacco. L'habitat di Białowieża è prezioso anche perché ospita gli ultimi esemplari di bisonte europeo.

Paesi in miglioramento

Se da una parte Brasile, Congo e Bolivia peggiorano, dall’altra, per il quarto anno di fila, l’Indonesia ha ridotto il suo tasso di deforestazione. È una delle poche nazioni ad aver raggiunto questo risultato, nonostante per anni sia stata in cima alla classifica dei paesi più interessati dal disboscamento. Dopo i devastanti incendi del 2015, il Ministero dell'Ambiente e delle Foreste indonesiano ha intensificato gli sforzi di prevenzione e monitoraggio e ha emesso una moratoria su nuove licenze per le piantagioni di palma da olio, moratoria che sta dando i suoi risultati. 
La perdita di foreste primarie è diminuita anche in Malaysia per il quarto anno consecutivo. Anche questa è una bella notizia ma teniamo conto che la Malaysia ha perso quasi un quinto della sua foresta primaria dal 2001, fino a un terzo dagli anni '70 a oggi. Purtroppo, gli sforzi di Indonesia e Malaysia sono rimasti invisibili agli occhi del resto del sudest asiatico: Laos, Cambogia e Myanmar, infatti, continuano a registrare livelli sostenuti e in aumento di perdita di foreste primarie.

Reinventare il modello economico

I dati di Global Forest Watch mettono in evidenza che continuiamo a perdere foreste a un ritmo impressionante e la situazione è sempre più urgente: gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire, innumerevoli specie si stanno estinguendo e il disboscamento legato all'accaparramento dei terreni (land grabbing) sta avendo impatti irreversibili sui diritti, sui mezzi di sussistenza e sul patrimonio culturale di numerose popolazioni forestali.
L'Indonesia e la Malesia forniscono motivi di ottimismo, ma la situazione in Brasile e altrove mostra che gli alti tassi di deforestazione possono diventare insostenibili se gli sforzi di protezione delle foreste non vengono sostenuti e intensificati. Le iniziative per ricostruire le economie all'indomani della pandemia di coronavirus non possono ignorare le politiche di protezione delle foreste, prima che sia troppo tardi.