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20 Marzo 2021

Sono down e non consideratemi speciale

Francesco ha la Sindrome di Down e sogna di lavorare nel campo dell'arte per aiutare gli altri. Ecco che cosa racconta per la Giornata mondiale delle persone con Sindrome di Down.
Sono down e non consideratemi speciale
Il cantante Sting presta la sua voce per "The Hiring Chain", la campagna di sensibilizzazione per l'inclusione lavorativa delle persone con la Sindrome di Down lanciata da CoorDown.
«La mia storia preferita è il Piccolo Principe. Con la tecnica dell’incisione su cera, ho disegnato tutti gli episodi di questo racconto. Mi piace molto perché parla di amicizia. Se mi chiedi qual è il mio mestiere, ti rispondo: sono un pittore! Ma ancora di più, voglio diventare un arteterapeuta. Sì! uno psicologo che aiuta le persone con l’arte». 

Il sogno di Francesco

Così Francesco Panebianco, di origini catanesi, con semplicità e schiettezza parla di sé e della sua grande passione coltivata fin da piccolo. Francesco, che oggi ha 28 anni, ha la sindrome di down. Ha le idee chiare sul suo percorso e sul suo futuro. Fra poco finirà la sua formazione di artista. Sognava di dipingere. E così ha fatto! Di pennellata in pennellata, dapprima ha frequentato il Liceo artistico Emilio Greco di Catania e oggi studia all'Accademia di Belle Arti.
«Il mio pittore preferito? Vorrei diventare un moderno Picasso. Ma mi piace anche Vincent Van Gogh, ho fatto anche suoi ritratti. E pure il ritratto del mio migliore amico, con cui vado in giro, vado al bar… I miei colori preferiti sono il rosso, il verde e pure il blu, il colore del mare che ho vicino casa mia. Pitturare mi piace tantissimo perché posso esprimere le mie sensazioni e le mie emozioni». 

Non voglio essere considerato "speciale"

Francesco mi racconta anche del suo sogno nel cassetto: lavorare lavorare lavorare! «Per me essere down non deve essere un limite. Non voglio essere considerato “speciale”. Grazie alla Cooperativa Controvento della mia città, ho imparato in questi anni a diventare più autonomo. Ho lavorato come tutti gli altri e con tutti gli altri. Ho fatto una esperienza di lavoro anche in un supermercato, nel reparto vinicolo. Dovevo saper distinguere tra i vini rossi e i vini bianchi e le varie qualità della nostra terra siciliana. Sono pure stato a Barcellona due volte, per degli stage. Una esperienza bellissima che non vedo l’ora di rifare». 



E nonostante il Covid e la sabbia dell’Etna che in questi giorni ha invaso anche gli ambienti dove vive, Francesco continua a guardare avanti ed è un’esplosione di idee e progetti:«La cosa più importante per me: vorrei cambiare la vita di ogni cittadino e aiutare chi è in difficoltà. Ma prima di tutto vorrei diventare grande: fra due anni finirò l’Accademia di Belle Arti, voglio trovare un lavoro, poi sposarmi e diventare papà. Come tutti gli altri!». 

21 Marzo. Giornata mondiale della persone con Sindrome di down

In Italia 1 bambino ogni 1.200 nasce con la sindrome di Down. Secondo le stime sono 38.000 nel nostro Paese e la maggior parte ha più di 25 anni. E secondo l’Associazione italiana delle persone Down, a oggi, in Italia, solo il 13% di loro ha un lavoro e un contratto regolare.
In alcuni paesi europei, è stata ampliata l’offerta di percorsi “speciali” e classi “speciali” per minori e adulti con la sindrome di Down, in altri si sta premendo l’acceleratore sul controllo delle nascite con trisomia 21.
Ma l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile parla chiaro di quale debba essere la priorità nelle scelte politiche, all’obiettivo 8: «Garantire entro il 2030 un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per donne e uomini, compresi i giovani e le persone con disabilità».

 



Io Valgo

Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII - in occasione della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down, appuntamento internazionale voluto da Down Syndrome International e sancito ufficialmente anche dall’ONU per promuoverne il rispetto e l’inclusione - sottolinea che più che chiamarli “speciali” occorre impegnarsi su qualità della vita e integrazione stando al loro fianco. «Non c’è vera integrazione se in ogni settore della vita si creano percorsi esclusivi, “speciali” per chi ha una disabilità – spiega Mauro Tuzza, Referente dell’Ambito Disabili della Comunità Papa Giovanni XXIII. Lo diceva anche don Oreste Benzi: “Noi con loro e mai noi per loro!”. Dobbiamo impegnarci quindi di più a costruire azioni con, e non per, loro». 

E per gli over 18 quali opportunità possibili in questo tempo di pandemia?
«Rispetto al Covid, la campagna vaccinale per le persone con sindrome di Down è già iniziata in diverse regioni. In questa giornata, che ha come titolo quest’anno “Connect” (che vuol dire "connettersi"), il focus dovrebbe essere sul superamento della mentalità assistenzialistica per entrare in un’ottica di protagonismo della persona disabile con politiche inclusive sia nell’ambito scolastico che in quello lavorativo. E così far emergere il valore di ogni persona – anche quella con sindrome di Down - come risorsa e non persona da emarginare. Specialmente quando diventa grande.
Anche la storia di Francesco - che avevamo raccolto in un video per la Giornata mondiale per i diritti delle persone disabili “Io valgo 2020”- oggi ci insegna molto: quando una persona down entra in un ambiente in cui si sperimentano pari opportunità, come è successo per lui nella scuola ed oggi all’Accademia di Belle Arti, tutti ne escono arricchiti».
 
Ed è proprio questo il filo rosso che accomuna i personaggi del video diffuso in occasione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down di domenica 21 marzo 2021. Una data, il 21/3 per niente casuale: la sindrome di Down, detta anche Trisomia 21, è infatti caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più – tre invece di due – nella coppia cromosomica n. 21 all’interno delle cellule. 

Reazione a catena



La canzone della campagna di sensibilizzazione internazionale “THE HIRING CHAIN” (tradotto significa: catena di assunzioni) lanciata in Italia da CoorDown, il Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down, e realizzata da due musicisti di Siena, è cantata da Sting, ex cantante dei Police. La stessa popstar britannica ha spiegato così sui social il significato di questo video di sensibilizzazione: «Assumendo un ragazzo con la sindrome di down tu puoi dare vita ad una catena virtuosa: più gente vede persone con la sindrome di Down che lavorano, più loro saranno riconosciuti come bravi dipendenti e altri ancora saranno assunti».
Datori di lavoro di ogni latitudine potranno quindi visitare il sito www.hiringchain.org e mettersi in contatto con associazioni in Italia e in diversi paesi del mondo per avere informazioni e il supporto necessario per sostenere gli inserimenti lavorativi delle persone con sindrome di Down nelle loro aziende o attività commerciali.

Connect, connessione mondiale
 

Il tema della giornata mondiale di quest’anno è infatti “CONNECT” e l’obiettivo principale - anche attraverso gli hashtag ufficiali della campagna #HiringChain #WDSD21 – è quello di mettere in connessione la comunità mondiale delle persone con sindrome di Down in modi innovativi per sostenere pari diritti e opportunità e diffondere una cultura accogliente nei confronti della disabilità.
Pur dovendo affrontare pregiudizi e stereotipi, scarse opportunità e prospettive future, specie in tempo di Covid, ogni persona con la sindrome di Down ha la capacità di lavorare secondo le sue possibilità, l’importante è cogliere un proprio ruolo, in modo da poter svolgere il proprio lavoro con successo. La diversità rafforza tutti i luoghi di lavoro e arricchisce l’intera società.
Come sta dimostrando Francesco, in Sicilia, coi suoi … anni di sfide e successi, raccontati passo passo con i suoi straordinari tocchi di colore.