In Nigeria per le giovani generazioni è molto difficile ottenere buoni livelli di istruzione e quindi un lavoro. Le condizioni di vita spingono molti verso l'emigrazione irregolare, con rischi gravissimi. Progetti come "Eyefon 2", sostenuti da ONG italiane e partner locali, puntano a creare opportunità concrete di formazione e lavoro.
La Nigeria è una terra di grandi risorse, forti contrasti e immenso potenziale umano, che continua ad affrontare sfide significative in termini di opportunità scolastiche, occupazione e condizioni di vita.
Secondo il Nigeria Economic Summit Group (NESG), nel primo trimestre del 2024 il tasso di sotto-occupazione (ossia la percentuale di persone disponibili a lavorare ma prive di un impiego) raggiungeva il 10,6%. Nello stesso periodo il misery index — somma tra tasso di disoccupazione e inflazione — era salito al 36,9%, segnalando una forte pressione sul potere d’acquisto delle famiglie. I giovani pagano il prezzo più alto: schiacciati da una realtà che offre scarsi percorsi di studio e lavoro, molti guardano all’estero come unica strada possibile. Indagini nazionali mostrano che oltre la metà dei nigeriani ha considerato l’idea di lasciare il Paese in cerca di migliori prospettive; tra i giovani (18–35 anni) la quota si avvicina al 60%, a testimonianza del forte desiderio di costruire altrove il proprio futuro, abbandonando la scuola e scegliendo la strada della migrazione. È la cosiddetta “Japa Syndrome”, una tendenza sempre più diffusa tra le nuove generazioni (per approfondire la recente situazione in Nigeria leggi questo articolo).
Il progetto triennale Eyefon 2, sostenuto da ONG italiane e partner locali, punta a creare opportunità concrete di formazione e lavoro per i giovani nigeriani
Foto di Archivio Condivisione fra i Popoli
In un mondo in cui le leggi sull’immigrazione sono sempre più restrittive, la mancanza di canali regolari spinge molti a ricorrere a rotte irregolari, esponendosi a rischi gravissimi, inclusi violenze, sfruttamento e tratta di esseri umani.
Una perdita immensa a livello umano e in termini di sviluppo economico, considerato anche che i giovani nigeriani sono tra i più dinamici del continente africano in ambito imprenditoriale. Negli ultimi anni hanno dato vita a start-up in rapida crescita, soprattutto nei settori della tecnologia, del fintech (tecnologia finanziaria) e delle industrie creative. Aziende come Flutterwave, Moniepoint e Paystack hanno rivoluzionato i sistemi di banca online e pagamenti digitali, raggiungendo milioni di utenti e creando nuove opportunità occupazionali.
Per investire nelle loro potenzialità e ridurre l’immigrazione irregolare, a febbraio 2025 Condivisione fra i Popoli - l’ONG della Comunità Papa Giovanni XXIII - ha avviato “Eyefon 2”, un progetto triennale co-finanziato dal Ministero dell’Interno italiano e realizzato in collaborazione con la Nigerian Women Association di Verona e la Diocesi di Ikot Ekpene, un’area povera e dalle scarse prospettive nel sud del Paese.
Grazie a questo intervento, 870 ragazze e ragazzi potranno formarsi in diversi ambiti professionali: dal fashion design alla ristorazione, dall’informatica all’agricoltura, passando per mestieri artigianali e tecnici. I percorsi, della durata di sei mesi fino a due anni, comprendono vitto, alloggio e un tirocinio in azienda.
«Sono felice di coordinare questo intervento», afferma Elena Paolini, capo progetto che vive e lavora nel Paese da circa quattro anni. «Oltre a offrire reali opportunità formative e imprenditoriali, punteremo sul rafforzamento dei servizi sociali e sulla sensibilizzazione. Parleremo con le comunità locali, i leader tradizionali (Balee) e le donne del mercato (Iyalojas), figure chiave nei processi di adescamento: una strategia efficace per contrastare la tratta di esseri umani e l’immigrazione irregolare.»
Attività concrete per restituire ai giovani il potere di ridefinire la propria storia, affinché la migrazione sia il frutto di una scelta consapevole e non di una impellente necessità.
Per saperne di più sulla presenza di Condivisione fra i Popoli in Nigeria visita il sito dell’organizzazione.