Topic:
3 Maggio 2025
Ultima modifica: 3 Maggio 2025 ore 09:15

Sandra Sabattini: l'ordinario che svela lo straordinario di Dio

Il 4 maggio la Chiesa ricorda la beata Sandra Sabattini, figlia spirituale di don Benzi di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita. Il postulatore Padre Marrazzo rivela l'anima "normale" di una santa che ha saputo farsi messaggera dell'amore divino, lasciando un'impronta indelebile di speranza e fedeltà.
Sandra Sabattini: l'ordinario che svela lo straordinario di Dio
Foto di Guido Rossi
In un'intervista esclusiva, Padre Antonio Marrazzo, figura chiave nel processo di beatificazione di Sandra Sabattini, ne delinea una spiritualità accessibile e profondamente umana. Dalla sua "autentica umanità" all'importanza dell'autoconsapevolezza per i giovani, fino alla sua visione rivoluzionaria dell'amore nel fidanzamento, emerge il ritratto di una beata che ci ricorda come la santità si radica nel quotidiano, aprendosi all'altro come parte di sé e fidandosi pienamente di un Dio vicino e presente.

Padre Antonio Marrazzo, redentorista di origini napoletane, ha svolto un ruolo cruciale nel processo di beatificazione di Sandra Sabattini, la giovane riminese discepola di don Oreste Benzi, morta prematuramente a 22 anni. Dal 2008 - anno in cui si è chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione di Sandra iniziata nel 2006 a Rimini - ha seguito da vicino il processo presso il Dicastero delle Cause dei Santi a Roma.
Sandra è stata beatificata il 24 ottobre 2021, grazie al riconoscimento di un miracolo di guarigione attribuito alla sua intercessione e la Chiesa la ricorda il 4 maggio.
La sua profonda relazione con Dio è testimoniata nel suo Diario, scoperto solo dopo la sua morte il 2 maggio 1984, che racchiude il cuore della beata della Comunità Papa Giovanni XXIII. Le sue amiche, impegnate a diffondere il suo messaggio, hanno trovato in questo Diario la chiave della sua gioia e speranza.

LEGGI COME  È NATO IL DIARIO DI SANDRA


Il 4 maggio la Chiesa celebra la memoria di Sandra. Nel territorio riminese dove è vissuta e cresciuta la sua spiritualità, da venerdì 2 maggio a domenica 4 maggio 2025 sono previsti una serie di eventi che culmineraano domani alla Chiesa di S.Girolamo con la Messa celebrata dal vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi.

La spiritualità di Sandra

Padre Marrazzo definisce Sandra come «una laica, una persona comune che cerca di vivere la propria vita cristiana in Dio, con Dio, senza escludere nulla, con alti e bassi». La radice della sua santità risiede nel fatto che «si è lasciata santificare da Dio, non come protagonista ma come messaggera di qualcun altro». In questi anni, padre Marrazzo ha approfondito la conoscenza della spiritualità di Sandra e il suo rapporto con Dio.

Padre Marrazzo, cosa l'ha colpita maggiormente della figura di Sandra Sabattini?

«Il suo modo di vivere la vita cristiana in una quotidianità che potremmo definire normale, comune, identificabile per tutti. Sandra è stata una cristiana che ha vissuto la sua fede in modo autentico, senza pretese, senza voler strafare. Dove il Signore l’ha voluta, lei è stata presente. È cresciuta nella fede e come persona, comprendendo che era intimamente unita agli altri. Sandra ci ricorda che siamo tutti prossimi, non solo agli altri, ma anche a noi stessi. Questa consapevolezza nasce quando ci apriamo ai bisogni altrui, entrando in empatia, comprendendo che l’altro, come noi, vive situazioni che cercano speranza e risoluzione. Di Sandra mi ha colpito soprattutto la sua autentica umanità, che cresce con fede in comunione con Cristo per aprirsi agli altri, considerandoli parte di sé.»

Quali aspetti della vita di Sandra ritiene siano particolarmente rilevanti per i giovani?

«L'autoconsapevolezza. Sandra ha scoperto che le sue radici erano in Cristo. Ha capito che si matura e si cresce con gli altri, con la famiglia, gli amici e chi ha bisogno. Ha compreso di poter mettere a frutto i talenti ricevuti da Dio, condividendoli con gli altri. Questa è la sua caratteristica, vissuta in una vita normale, senza eccessi.»

Sandra è spesso definita la “santa fidanzata", cosa ci insegna la sua esperienza riguardo alla santità nelle relazioni affettive? 

« Sandra e il fidanzato Guido Rossi hanno vissuto un percorso di crescita comune, animati dal desiderio di crescere insieme. Tuttavia, le loro strade si sono separate: Sandra è andata in Dio, mentre Guido ha seguito la sua vocazione e la sta vivendo pienamente. Il loro amore non era incentrato solo sull'emotività, ma su una comunicazione sincera e sull'attenzione alle vere esigenze umane. L'essere fidanzati, nel caso di Sandra, significava aprirsi poi in futuro a un dono totale. Il fidanzamento era un percorso da fare per questo dono che diventa complementarietà. Nel matrimonio noi non condividiamo soltanto, doniamo noi stessi, coniughiamo ciò che siamo. Ora, il fidanzamento per Sandra, come per Guido, è stato proprio questo: capirsi e nello stesso tempo confrontarsi, cercare di comprendere non solo ciò che li univa, ma ciò che poteva permettere di creare un'unione vera, un'unione che fosse comunione.»
Come descriverebbe la spiritualità di Sandra? 
«Come una spiritualità battesimale fondamentale che, sebbene a volte possa non essere compresa appieno, trasforma una vita apparentemente ordinaria in qualcosa di straordinario. Questo perché esprime pienamente il senso dell'umanità e il motivo per cui Dio ci ha creati: vivere in comunione con lui attraverso una comunione tra noi nella storia.»

Se dovesse riassumere i messaggi più importanti che Sandra ci lascia, quali sono? 

«Sandra ha testimoniato con i suoi gesti, che parlano più di qualsiasi parola. Le sue parole sono scritte nel suo Diario, dove troviamo tutto il percorso interiore che ha compiuto, dialogando con il Signore. Le sue riflessioni, spesso autoriflessioni, sono comunicazioni dirette con lui, rivelando l'interiorità di una donna consapevole del dono di Dio. Sandra sapeva di dover essere il segno di un Dio che è amore, creativo, che esprime fantasia, che è tenero verso l'umanità. Ha scelto di avvicinarsi alle situazioni più difficili, alle persone ferite, cercando di alleviare le loro sofferenze. Un tratto distintivo di Sandra è la sua leggerezza: nelle immagini appare sorridente e allegra, amava la vita perché la considerava un dono da condividere. La vera felicità, secondo lei, si raggiunge donando la propria vita agli altri. Quando Gesù dice: "quando fate il bene, già avete ricevuto la vostra ricompensa", si riferisce a questo bene che facciamo, riconoscendo di essere collaboratori con Cristo nel fare in modo che la redenzione sia storia dell’oggi, non una eredità del passato.»

Cos’è dunque la santità?

«Noi siamo quelli che oggi, con Cristo, facciamo sì che la redenzione diventi possibilità per tutti, siamo il segno di questa possibilità, questo è il senso della santità. Sandra testimonia questo confidare continuo, questo sapere che Dio non è un essere distante. Dio ci ascolta, Dio ci tiene in considerazione, Dio ci prepara ad accoglierlo, ma non da soli, con gli altri. In Sandra troviamo anche questo forte senso di Chiesa, di comunione, Chiesa popolo di Dio, Chiesa famiglia di Dio.»

Sandra ha lasciato un segno nella sua vita dopo averla conosciuta più a fondo? 

«Ogni passo compiuto come postulatore arricchisce profondamente. È come osservare un prisma dalle molteplici sfaccettature, ognuna rivela una bellezza che lascia il segno. Aiuta a non cedere allo sconforto nei momenti difficili. Queste figure, pur non avendo sempre avuto vite facili o con finali sereni, come nel caso tragico di Sandra, testimoniano che Dio è sempre presente e ci sta vicino. Sandra ha lasciato dentro di me una speranza profonda e la consapevolezza della fedeltà di Dio.»

Dopo la guarigione di Stefano Vitali, ci sono state altre guarigioni attribuite a Sandra Sabattini?

«Al momento, non ho ricevuto ulteriori segnalazioni. Qualora emerga un caso che possa essere considerato straordinario, lo esamineremo attentamente con tutte le verifiche necessarie. Per ora, non ci sono segnalazioni di questo tipo.»

Quali sono le proposte per far conoscere meglio la figura di Sandra ai giovani di oggi?

«È fondamentale far comprendere che la santità è per tutti, come dicevano San Francesco di Sales e Sant'Alfonso de Liguori. Siamo tutti figli di Dio, creati da lui, e Dio offre a tutti la sua santità. Non si diventa santi, ma ci si lascia santificare da Dio. Questa santità si traduce in purezza e nella capacità di cercare il bene maggiore in ogni situazione, realizzandolo e condividendolo con gli altri. Non esiste un dare senza ricevere: nell'ascolto reciproco c'è un dono di fiducia. Quando parliamo di Cristo, l'altro, ascoltandoci, ci aiuta a comprenderlo meglio, poiché lo Spirito Santo ci illumina per testimoniare chi è Dio. C'è sempre uno scambio e una condivisione reciproca.»