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8 Aprile 2022
Ultima modifica: 8 Aprile 2022 ore 11:33

Maiorino (M5S). Colpire i clienti delle prostitute

Il Disegno di Legge in "materia di abolizione della prostituzione" punta a scoraggiare "i compratori"
Maiorino (M5S). Colpire i clienti delle prostitute
Foto di Daniele Calisesi
«Non possiamo voltarci dall'altra parte e far finta che non ci siano responsabili anche fra noi» afferma la senatrice. Non si tratta di autodeterminazione della donna ma di violenza, abuso, tortura.
Lo aveva annunciato a fine febbraio un disegno di legge antiprostituzione. Alessandra Maiorino, senatrice del M5S, lo ha reso pubblico sul sito del Senato pochi giorni fa. «Non possiamo voltarci dall'altra parte e far finta che non ci siano responsabili anche fra noi, fra quanti fingendo di non sapere continuano a pagare pochi euro per una prestazione sessuale – aveva scritto in una nota -. Bisogna scardinare questo paradigma. Parliamo di violenza, abuso, tortura, connivenza, e la domanda di sesso a pagamento alimenta e sostiene la tratta e il traffico delle donne e delle bambine, e la loro riduzione in schiavitù. Finché i compratori non saranno inclusi tra i responsabili di questo vile mercato, la tratta e riduzione in schiavitù di centinaia di migliaia di donne non diminuirà».

Il Disegno di Legge su modello nordico

Sulla scia delle leggi promosse in Francia, Norvegia, Irlanda, Irlanda del nord, Islanda e Svezia, il Disegno di Legge n. 2537 introduce una modifica all'art 3 della Legge Merlin che aveva portato alla chiusura di 560 bordelli: il cliente è punito con una multa da euro 1.500 a euro 5.000. Caratteristica di questa proposta dei grillini la gradualità della pena. Il Questore ammonisce il cliente e verifica che non si tratti di una condotta episodica. Per chi è già ammonito e continua a "compiere atti sessuali con persone che esercitano la prostituzione, in cambio di un corrispettivo in denaro o altra utilità, anche solo promessi", il Ddl Maiorino prevede il carcere da sei mesi a tre anni e una multa più salata da 5.000 a 15.000 euro. Infine può essere prevista la sospensione della pena con la partecipazione a percorsi destinati agli autori di violenza di genere.
Oltre alla sanzione per chi offre denaro in cambio di prestazioni sessuali, il Disegno di Legge prevede anche percorsi per il reinserimento e il sostegno legale, sanitario e psicologico delle donne che vogliano uscire dalla prostituzione. Altra novità: un nuovo finanziamento per programmi di assistenza e centri che supportino le donne uscite dalla prostituzione all'interno del Fondo per le politiche relative ai di­ritti e alle pari opportunità. Non più quindi fondi legati esclusivamente alla tratta delle donne che provengono da paesi extra europei o dell'est Europa.

Alcune organizzazioni a favore del sex work e contrarie al DdL

In contemporanea si fa avanti in Italia un movimento di organizzazioni a favore del sex work che questo Disegno di Legge non gradisce perché contrario all'autodeterminazione della donna. Il Comitato per i diritti delle prostitute nella Indagine sul fenomeno della prostituzione promossa dalla Commissione affari istituzionali tra il 2019 e il 2021 ribadiva infatti che "la prostituzione / il lavoro sessuale sono sempre collegati a nozioni della prostituta come vittima e violenza intrinseca. Questa equazione connessione oggettivizza e stigmatizza le prostitute come vittime passive ed è usata come falsa legittimazione per negare i diritti delle prostitute e per le politiche repressive per "salvare" le prostitute che spesso mirano a controllare e limitare".

Parolin. La prostituzione non è autodeterminazione della donna, ma riduzione ad oggetto

Di parere diverso Chiara Parolin, avvocato, che da anni si batte per i diritti delle vittime di tratta e di violenza domestica. «La prostituzione non ha nulla a che vedere con l'autodeterminazione della donna». La legale vicentina fa parte della neonata rete abolizionista italiana e plaude a questo disegno di legge. «Finalmente riportiamo il focus sulla donna come essere umano e non come oggetto di mercato mentre i movimenti pro sex work vogliono far dipendere l'autodeterminazione a un ruolo della donna nel mercato del sesso. Ma la donna così è un oggetto, non un soggetto. Non abbiamo paura di essere tacciati come moralisti! Solo uno Stato che offre ai suoi cittadini un lavoro dignitoso e politiche di welfare concrete per il benessere della persona e della società può garantirci di essere davvero libere di autodeterminarci. Quindi il disegno di legge Maiorino è per noi un buon passo avanti in quanto condanna la prostituzione come violenza».

La comunità di don Benzi da sempre in prima linea

Pronta a ripartire con la campagna di sensibilizzazione pro modello nordico, la Comunità di don Benzi che ha già raccolto con la petizione Questo è il mio corpo più  di 32mila firme. «I clienti sono padri, zii, figli - spiegano i coordinatori della Campagna -. Su tutta la società si ripercuotono le conseguenze di questa spirale di violenza in cui la donna e il suo corpo sono oggetto di mercato.  L'uomo ritiene di poter esercitare su di lei un diritto di proprietà. Nessuna delle donne aiutate fino ad oggi ci ha mai detto che fin da piccola sognava che da grande avrebbe venduto il suo corpo. Occorre unire tutte le forze politiche per una proposta di legge che fermi questa violazione dei diritti umani e della dignità della persona». In passato la Comunità, che ha fatto sua la battaglia del fondatore per la liberazione delle vittime della tratta e della prostituzione, ha sostenuto e promosso un'altra proposta di legge, la n. 3890 che prevedeva già la Modifica all'articolo 3 della legge Merlin, e l'introduzione di sanzioni per chi si avvale delle prestazioni sessuali di donne prostituìte. Proposta firmata da una trentina di parlamentari di PD e FI e depositata dalla onorevole Caterina Bini - oggi sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei ministri - in Senato il 4 maggio 2018. 
Battaglia sempre più attuale visto il proliferare della prostituzione al chiuso e delle reti criminali che la gestiscono. A detta dell'Europol infatti durante la pandemia coercizione ed estorsione online, e prestazioni dietro webcam, sono diventate le nuove frontiere del cybercrime.