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8 Luglio 2022
Ultima modifica: 11 Luglio 2022 ore 08:36

Mattarella in Zambia: «Oggi è il momento dell'Africa»

Il presidente ha incontrato anche i missionari italiani
Mattarella in Zambia: «Oggi è il momento dell'Africa»
«L'Africa è il presente su cui investire per promuovere un futuro migliore», sono le parole del presidente Mattarella in visita nel Paese africano. Ed è proprio un futuro migliore quello che la Comunità Papa Giovanni XXIII sta cercando di costruire, insieme agli zambiani, attraverso tanti progetti e interventi a favore delle persone più svantaggiate. Grazie al nuovo progetto EduCare, finanziato dall'Unione Europea, la Apg23 costruirà il primo centro per l'autismo nel Copperbelt.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato in visita ufficiale nella Repubblica dello Zambia il 7 luglio, dove è stato ricevuto dal presidente zambiano, Hakinde Hichilema. Il capo dello Stato ha anche visitato la International Italian School e si è recato al Centro Culturale italo-zambiano per incontrare una rappresentanza della collettività italiana presente in Zambia. 

Durante la sua visita Mattarella ha parlato anche davanti ai membri dell’Assemblea Nazionale dello Zambia, dichiarando che «il continente africano rappresenta il partner naturale per l’Europa. E l’Europa lo è per l’Africa.
Dai grandi progetti per l’utilizzo dell’energia solare ed eolica, all’agricoltura 4.0, fino alla produzione di idrogeno verde, le potenzialità per la cooperazione fra Africa e Europa sono tutte altamente promettenti, senza dimenticare l’ambito delle Piccole e Medie Imprese. E il momento dell’Africa è, dunque, oggi. L’Africa è il presente su cui investire per promuovere un futuro migliore. Oltre il 60% dei 1,4 miliardi di africani ha meno di 25 anni e entro il 2050 si stima che i giovani africani costituiranno oltre un quarto della forza lavoro mondiale. Abbiamo una responsabilità condivisa: le enormi potenzialità, che possono recare beneficio all’intera umanità, non devono andare disperse».

Anche Stefano Maradini, missionario in Zambia della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha potuto salutare il presidente in visita: «Quando mi sono presentato a Mattarella, lui mi ha detto che è molto contento di quello che sta facendo la Comunità Papa Giovanni XXIII. Penso che questa visita del presidente sia molto importante perché rafforza la relazione tra l’Italia e lo Zambia e anche perché può favorire ancora di più gli investimenti in Zambia delle ditte italiane». 
 
Insieme al presidente Mattarella c’era anche Marina Sereni, la vice ministra degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. 
«Anche la vice ministra Sereni ha dimostrato di conoscere molto bene la Comunità Papa Giovanni XXIII e di apprezzare le attività che portiamo avanti» continua Maradini, che è missionario in Zambia dal 1995. «Abbiamo avuto l’opportunità di presentare alla vice ministra il progetto EduCarefinanziato dall’Unione Europea. EduCare è a favore delle persone adulte con problemi mentali e viene portato avanti da noi come Associazione Papa Giovanni XXIII insieme a Chiama l’Africa e al Celim. All’interno di EduCare, come Apg23, abbiamo il compito di sviluppare e promuovere l’inclusione sociale dei disabili mentali, come già stiamo facendo da diversi anni a Ndola. Inoltre costruiremo un Centro per l’autismo a Ndola. Sarà il primo centro di questo tipo nella regione del Copperbelt. Qui i bambini e i ragazzi potranno ricevere una diagnosi. Presto arriverà un’equipe di medici americani e probabilmente verrà anche un gruppo di medici italiani che potranno fare la formazione al personale locale. Per lo sviluppo di EduCare è stato e continuerà ad essere prezioso il contributo della dr.ssa Ornella Ciccone».

Ministra Sereni in Zambia
Marina Sereni, vice ministra degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, incontra in Zambia alcune ONG tra cui la Comunità Papa Giovanni XXIII


Da anni la Comunità Papa Giovanni XXIII è impegnata al fianco delle persone con disabilità mentale: «Siamo gli unici a dare opportunità lavorativa ai disabili mentali – continua Stefano Maradini -. Nel progetto Mary Christine Farm, a Ndola, sono inserite più di 60 persone che vengono al centro diurno per svolgere attività agricole e ricevono un contributo mensile. In realtà ci sarebbe una legge zambiana che chiede alle ditte di assumere disabili mentali, ma nessuno lo fa. A volte assumono persone con handicap fisici, ma chi ha problemi psichici è escluso dal mondo del lavoro. Anche rispetto al problema dell’epilessia è da anni che come Papa Giovanni ce ne occupiamo e grazie al programma EduCare riusciremo a raggiungere più ragazzi e bambini epilettici. In Zambia non ci sono abbastanza medicine per l’epilessia e spesso chi ha questo problema non riesce ad avere una vita normale».

La Comunità di don Benzi presente in Zambia

La presenza della Comunità di don Benzi in Zambia risale al 1985.
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, commenta così la visita del presidente Mattarella: «“Nella mia diocesi ci sono tanti bambini che non sono amati da nessuno, servirebbe proprio una casa come questa”. Con queste parole Mons. Denis De Jong, un vescovo dello Zambia, si rivolse a don Oreste Benzi dopo aver visitato una casa famiglia a Rimini. Era il 1983. Dopo due anni la Comunità Papa Giovanni XXIII apriva la sua prima missione all'estero, in Zambia, per esportare quell'incredibile intuizione di don Benzi di “dare una famiglia a chi non ce l'ha” attraverso case famiglia. La visita del Presidente Mattarella è importante per rafforzare non solo l'amicizia tra i popoli ma anche le eccellenze sociali che l'Italia può esportare nel mondo».
 
Oggi in Zambia la Comunità di don Benzi gestisce 4 case di accoglienza, 13 centri per bambini malnutriti, 8 centri di supporto nutrizionale, 2 mense scolastiche, 7 community school, una struttura di prima accoglienza, 3 centri per ragazzi di strada, un centro diurno per disabili e 2 scuole speciali.
«Ogni giorno raggiungiamo circa 5mila persone in questo Paese africano. - continua Ramonda - Da segnalare in particolare il progetto Rainbow per i bambini malnutriti e orfani dell’AIDS, il Cicetekelo Youth Project che accoglie 300 bambini di strada, l'educazione speciale per i disabili, da quando sono bambini fino all'inserimento nel mondo del lavoro. Infine ricordo le gelaterie Gigi Bontà - ad oggi 9 fra Lusaka, Ndola e Kitwe – dove si può gustare un ottimo gelato italiano e dove lavorano 189 persone, molte delle quali strappate dalla strada e dalla povertà».

«Creiamo posti di lavoro qui in Zambia»

Condividere la vita con le persone più svantaggiate è certamente il punto distintivo della presenza della Comunità Papa Giovanni XXIII, e da qui nasce un impegno ancora più importante: «La condivisione che facciamo è importante – spiega Stefano Maradini – ma è altrettanto importante creare posti di lavoro qui in loco. In questo modo la gente non deve lasciare la propria terra per andare in Europa a cercare una vita migliore. Questo è vero soprattutto per i ragazzi che accogliamo nei vari progetti: essi provengono da situazione di degrado sociale e di estrema povertà. Attraverso le Income Generating Activities (IGA), come ad esempio l’agricoltura e le gelaterie, noi riusciamo a dar lavoro a 90 persone. Se tu offri buone opportunità lavorative e dai buone competenze lavorative alle persone, non avranno bisogno di emigrare all’estero. Questo approccio non è una novità per noi della Papa Giovanni: è da più di 20 anni che siamo impegnati in questo ed è quello che ci differenzia da altre ONG».