Il 4 maggio la comunità di Rimini si è raccolta nella Chiesa di San Girolamo per ricordare la beata Sandra Sabattini. Nell'anno del centenario di don Oreste Benzi e del Giubileo della Speranza, il vescovo Nicolò Anselmi ha sottolineato il valore della preghiera prolungata e della fiducia nello Spirito, tratti che accomunano Sandra, don Oreste e papa Francesco. Un invito a riscoprire la radicalità della fede e la forza della speranza.
Il 4 maggio, giorno in cui la Chiesa ricorda la beata Sandra Sabattini, la Comunità di Rimini in collegamento mondiale, si è raccolta nella Chiesa Parrocchiale di San Girolamo per una celebrazione particolarmente significativa. Quest’anno, infatti, la memoria della giovane beata coincide con due ricorrenze di grande rilievo: il centenario della nascita di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, e il Giubileo della Speranza.
«Solennizziamo Sandra grande dono per la Chiesa, felici della sua presenza mistica in mezzo a noi»
Con queste parole il vescovo di Rimini,
Nicolò Anselmi, ha aperto la Santa Messa in memoria della Beata, presieduta
nella Chiesa Parrocchiale di San Girolamo a Rimini.

Mons. Nicolò Anselmi benedice la reliquia della Beata Sandra Sabattini durante la messa del 4 maggio 2025
Foto di Riccardo Ghinelli

Foto di Riccardo Ghinelli
Il diario di vita spirituale
Nell’omelia il Vescovo ha offerto alcune riflessioni sulla
spiritualità di Sandra. Preparandosi a questo momento, ha raccontato di aver provato ad immaginare qualcosa che collegasse lei, don Oreste e papa Francesco.
«Una giovane ragazza studentessa. Un prete che ha fatto un sacco di cose, un papa.
Tre personaggi che hanno una vita così alta: Sandra riconosciuta dal Magistero della Chiesa, gli altri due che hanno segnato la vita della Chiesa».
Mons. Nicolò, entrando nel pensiero di Sandra, ha sottolineato in maniera confidenziale come ogni giorno «pesco qualcosa dal suo Diario. Un Diario che comincia nel 1975 con alcune piccole semplici note che poi va crescendo, diventando molto più ricco. A leggerlo appare come un
diario sostanzialmente di vita spirituale, quello di un’adolescente che ci racconta il suo rapporto don Dio. Una cosa stupefacente».
Poi fa una seconda considerazione: «Il Diario di Sandra non è organico. Molti degli scritti di Sandra scaturiscono proprio da momenti di ritiri spirituali che si sono svolti per dei tempi prolungati di preghiera». E questa
preghiera prolungata fa riflettere il Vescovo «per me è particolare. Pregare per dei tempi prolungati, non so voi, mi fa pensare».
La preghiera come filo conduttore
Il Vescovo ha poi sottolineato quanto la preghiera prolungata sia stata una caratteristica di Sandra e di don Oreste, e come anche papa Francesco, in particolare nella
Gaudete et exsultate, abbia parlato della sua esperienza spirituale, di
discernimento non solo per i giovani, ma per tutti noi, dell’ascolto dello Spirito Santo nella preghiera prolungata.
«
Don Oreste anche lui è evidente che era un uomo di preghiera, almeno si vedeva dalle opere come diceva Gesù. La sua era una
vita di ascolto dello Spirito Santo. Tutte le questioni le affrontava in modo organico affidandosi a lui come il Papa».
Cosa accomuna Sandra, don Oreste e papa Francesco
«Quindi i santi io penso che abbiano questa caratteristica. Li ho messi insieme nella qualità della
vita di preghiera», ha spiegato Mons. Anselmi, aggiungendo: «Li ho pregati, mi sono preparato con loro. È fondamentale
non aver paura dei tempi prolungati di preghiera, non dobbiamo farci vincere dalla frenesia performante del mondo contemporaneo».
La preghiera fa vedere cose, che dal punto di vista umano non è possibile vedere e fa fare cose fuori dal senso comune. «Credo che l’azione dello Spirito si riconosca in questi personaggi, perché non hanno un pensiero lineare. Fanno cose fuori dal senso comune, un po’ sghembe, si vede che vengono da un’altra fonte».
Anche il cammino di Sandra non è lineare: a volte non si sente adeguata, ma la sua – spiega il Vescovo - «è una vita autentica».
La tentazione di tornare indietro
Riflettendo sul Vangelo del giorno, sulla pesca miracolosa e sul famoso dialogo tra Gesù e Pietro, in cui Gesù chiede a Pietro se lo ama, il Vescovo ricorda quello che tutti noi siamo invitati a fare, come Sandra, don Oreste e papa Francesco. «Gesù ci chiede di ributtare le reti in questo momento, di non tornare indietro».
I personaggi della storia ritornano a pescare pesce, ma ora sono pescatori di uomini. C’è la tentazione di ritornare sui nostri passi, «la tentazione di tornare indietro ce l’hanno loro, ma anche noi.
Gesù ci chiede di ributtare le reti in questo Giubileo della Speranza e prendono 153 pesci. Tutte le mattine bisogna rigettare le reti, la speranza che si fonda sulle parole Gesù».
Il nostro cammino di cristiani non è lineare. «All’inizio deludiamo il Signore, ma lui
ci ridà fiducia per una cosa più grande. Chissà cosa avrebbero combinato Sandra, don Oreste, il papa, sicuramente delle cose ancora più grandi.»
Gesù è proprio a Pietro che affida la Chiesa. Il Vescovo ha concluso esortando i fedeli: «Signore ti ringraziamo perché hai un modo così bello di pensare. Hai scelto Sandra, don Oreste, papa Francesco e ora sceglierai un altro, però dacci la forza di ascoltarti in modo prolungato, perché ci vuole tempo, perché di corsa ragioniamo come vogliamo noi e i tuoi pensieri non sono come i nostri».
La forza della preghiera
Lo ha scritto anche Sandra nel suo Diario, parole che sono state scelte per la seconda lettura nel giorno della memoria nell’Ufficio delle letture della beata Sandra Sabattini. Un invito a riscoprire la forza della preghiera e la fiducia: «Scelgo te e basta». «Tre cose ti chiedo ogni giorno; di vederti più chiaro, di amarti più profondamente, di servirti più da vicino».