Topic:
24 Marzo 2023

Oscar Romero

Il 24 marzo la Chiesa ricorda Romero, l'arcivescovo che pagò con la vita il suo schierarsi con i poveri salvadoregni.
Oscar Romero
Nel giorno in cui si celebra la memoria di Sant'Oscar Romero, la Chiesa ricorda tutti i martiri missionari. L'arcivescovo di San Salvador soleva dire: «Una Chiesa che non si unisce ai poveri per denunciare le ingiustizie commesse contro di loro, non è la vera Chiesa di Gesù Cristo».
Oscar Arnulfo Romero nacque il 15 marzo 1917 a Ciudad Barrios, terzo degli otto figli di Santos Romero e Guadalupe de Jesús Galdámez. Approfondì gli studi in vista del sacerdozio a Roma e lì venne ordinato il 4 aprile 1942. Il 3 febbraio 1977 Oscar fu nominato arcivescovo di San Salvador, capitale di El Salvador, e rifiutò l'offerta della costruzione di un palazzo vescovile, scegliendo una piccola stanza nella sagrestia della cappella dell'Ospedale della Divina Provvidenza, dove erano ricoverati i malati terminali di cancro.
El Salvador, piccolo Paese dell’America centrale, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 era sconvolto da una sanguinosa dittatura militare che torturava e uccideva sindacalisti, catechisti, militanti di diritti umani, religiosi, contadini e tutti coloro che chiedevano la fine della repressione.
Nel mezzo, un pastore, monsignor Oscar Romero, arcivescovo della capitale San Salvador, che nelle sue omelie domenicali denunciava ogni violenza, ogni ingiustizia.
La morte di padre Rutilio Grande, assassinato assieme a due catecumeni appena un mese dopo il suo ingresso in diocesi, gesuita, amico e collaboratore di mons. Romero, divenne l'evento che aprì la sua azione di denuncia profetica, che portò la Chiesa salvadoregna a pagare un pesante tributo di sangue. Insieme al suo popolo monsignor Oscar imparò a leggere il Vangelo nel suo tempo. E, in nome di un amore profondo per Gesù e la Chiesa, decise di agire di conseguenza.

Un santo contro la dittatura

Meno di due mesi prima di essere ucciso Romero disse: «Negli ultimi tre anni, la Chiesa di El Salvador è stata perseguitata. È importante chiederci perché. Notate: non è stato perseguitato un sacerdote qualsiasi, né attaccata una qualunque istituzione; si è perseguitato e attaccato quella parte di Chiesa che si è posta al fianco del popolo povero e ne ha preso le difese. La persecuzione è la conseguenza di questa scelta di assumere il destino dei poveri. La vera persecuzione è diretta contro il popolo povero, che oggi è il Corpo di Cristo nella storia. Popolo crocefisso come Cristo, perseguitato come il Servo di Jahvè. I poveri completano nel proprio corpo ciò che manca alla Passione di Cristo. Quando la Chiesa si organizza e si riunisce attorno alle speranze e alle angosce dei poveri, essa subisce la stessa sorte di Cristo e dei poveri: la persecuzione».
Il 24 marzo 1980 uno sparo di un killer assoldato dalla dittatura, fermò il cuore dell’arcivescovo, intento a celebrare la Messa. Aveva appena detto: «Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini ci spinga a dare anche il nostro corpo e il nostro sangue al dolore e alla sofferenza come Cristo; non per noi stessi, ma per dare al nostro popolo frutti di giustizia e di pace». 
Il 14 ottobre 2018 Papa Francesco ha proclamato santo monsignor Romero e la sua memoria liturgica è stata fissata al 24 marzo, giorno della sua nascita al Cielo.
In un’omelia del 1978 Romero disse: «Credo che denunciare, nella mia condizione di pastore di gente che soffre ingiustizie, sia mio dovere. È questo ciò che mi impone il Vangelo, per cui sono disposto ad affrontare il processo e il carcere». L’esempio di questo pastore che ha assunto su di sé il dolore del suo popolo e non ha temuto di denunciare l’iniquità del sistema sociopolitico dell’epoca, ci dia il coraggio di denunciare le scelte politiche ed economiche che danno origine a situazioni contrarie al Regno di Dio, pronti a pagare di persona il prezzo della fedeltà al Vangelo.