Silvia De Munari, giovane volontaria vicentina, racconta la sua esperienza accanto ai contadini della Comunità di Pace di San José de Apartadó, che resistono con coraggio e nonviolenza in una delle aree più difficili della Colombia, creando un modello di economia giusta e solidarietà che guarda al futuro con speranza
«Stare al fianco dei contadini della Comunità di Pace di San José de Apartadó mi dà il privilegio di vivere, vedere, toccare la realizzazione di ideali che prima mi sembravano utopici. È un mondo nuovo e loro stanno dando la vita per realizzarlo.» Silvia De Munari è una giovane volontaria originaria di un piccolo paese in provincia di Vicenza, che da anni condivide la quotidianità di chi resiste in una delle zone più difficili della Colombia.
Silvia conosce la Comunità Papa Giovanni XXIII grazie ad alcune case famiglia del suo territorio. Nel 2012 parte per il Cile come Casco Bianco per 10 mesi di servizio civile e l’anno successivo vola per la prima volta in Colombia con Operazione Colomba: un incontro che le cambierà la vita.
Dal 2013 al 2021 vive come volontaria di lungo periodo accanto ai contadini della Comunità di Pace; oggi continua a seguirli come co-referente del progetto, alternando l’impegno in Italia a periodi sul campo.
Il 6 settembre scorso ha portato la sua testimonianza alla conferenza "Economia di giustizia – Società del gratuito, economia e lavoro”, organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per celebrare il centenario di don Oreste Benzi.
Un'economia giusta che nasce dalla solidarietà
«Ho voluto raccontare la realtà della Comunità di Pace San José de Apartadò e delle persone che ne fanno parte – spiega Silvia – Dal 1997, anno in cui si sono proclamate zona neutrale, resistono con coraggio in un territorio strategico, ricco di risorse e per questo conteso da gruppi armati illegali. Difendono la propria terra con scelte nonviolente e comunitarie, anche se questo è costato più di 300 vite. L’ultimo massacro è accaduto nell’aprile 2024: sono stati uccisi Nallely Sepúlveda, 30 anni, ed Edison David, appena 14, moglie e fratello di uno dei leader.»
Nonostante le violenze e le minacce, i membri della Comunità costruiscono la Pace e un’economia giusta che mette al centro la persona e l’ambiente, a partire dai gesti semplici della vita rurale: seminare e raccogliere insieme.
«Coltivano la terra in gruppo – racconta Silvia – All’inizio lo facevano per proteggersi, perché stare uniti riduceva il rischio di attacchi. Poi hanno scoperto che lavorare fianco a fianco non solo li rendeva più sicuri, ma alimentava gioia, speranza e produttività. Dal bisogno è nata una nuova forma di comunità, che richiama la società del gratuito tanto sognata da don Oreste.» Giovane volontaria del corpo di pace di Operazione Colomba in Colombia, issa una bandiera nella Comunità di Pace di San José de Apartadò
Foto di Archivio Operazione Colomba
Oggi la Comunità produce principalmente ciò che serve per vivere e cacao destinato al commercio equo e solidale. In piena zona di guerra è persino riuscita a ottenere la certificazione Fairtrade, segno tangibile di rispetto per l’uomo e per l’ambiente.
Per Silvia, essere al fianco di questi contadini è un dono. «Come volontari di Operazione Colomba li accompagniamo nei tragitti che compiono nella vita quotidiana, spesso per raggiungere i campi. Con la nostra presenza, fungiamo da deterrente ad attacchi da parte dei gruppi armati.»
Una scelta che porta con sé rischi e ferite profonde.
«Non ho mai assistito a omicidi – ricorda Silvia – Ma mi è capitato di recuperare corpi di persone assassinate. Ho visto la brutalità da vicino, eppure non ho smesso di tornare. Vengono uccisi perché fanno paura: mostrano al mondo che è possibile cambiare e trovare un’alternativa. Stanno dando la vita per questo e credo sia giusto camminare con loro, come continuano a chiederci.»
E allora anche a noi resta un compito: dare voce a questi uomini e a queste donne che ogni giorno percorrono sentieri fangosi, dove ancora scorre il sangue. Perché possa germogliare un’economia giusta e sia finalmente riconosciuto a ogni persona il diritto alla terra, alla vita e alla libertà.