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15 Dicembre 2025
Ultima modifica: 15 Dicembre 2025 ore 16:38

Basta riarmo, serve un Ministero della Pace: la Papa Giovanni lancia la sfida della difesa disarmata

Giornata Nazionale del Servizio Civile: concluso a Rimini "Inneschi" per i 50 anni di obiezione di coscienza
Basta riarmo, serve un Ministero della Pace: la Papa Giovanni lancia la sfida della difesa disarmata
Al convegno "Inneschi" duro affondo contro il DDL Sicurezza e la logica della "leva volontaria" nelle conclusioni della due giorni riminese. Associazioni e movimenti uniti per trasformare il Servizio Civile in vera difesa civile non violenta. Premiati i giovani artisti del contest contro i conflitti.
Oggi, nella Giornata Nazionale del Servizio Civile, la Comunità Papa Giovanni XXIII presenta le conclusioni del convegno “INNESCHI – Scintille che generano la pace”, appena svoltosi a Rimini in occasione dei 50 anni di impiego di obiettori di coscienza e volontari in servizio civile.
L’iniziativa, realizzata con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Diocesi di Rimini e del Comune di Rimini, ha coinvolto scuole, volontari del Servizio Civile, istituzioni e associazioni, in due giornate ricche di confronto dedicate all'obiezione di coscienza come diritto da tutelare, alle politiche di riarmo, al servizio civile nel significato di difesa civile non armata e nonviolenta.

Il contesto attuale: contro la normalizzazione della guerra

Viviamo un tempo pericoloso: conflitti armati, riarmo globale, debacle della democrazia e delle istituzioni internazionali: questi due giorni di riflessione sono stati uno spazio importante di consapevolezza e rilancio della disobbedienza civile. L’invito che nasce da Rimini a tutte le associazioni, i movimenti e le persone è netto: è impellente agire per difendere la pace, a partire dalla responsabilità di ognuno.
La pace è parola abusata e strumentalizzata e le politiche di riarmo sottraggono risorse alla vita delle persone consolidando un’economia di guerra sempre più strutturale: complice l’informazione mainstream la guerra viene “normalizzata”. Emerge la necessità di un cambio radicale di paradigma: la vera sicurezza non nasce dalla corsa agli armamenti, ma da investimenti in istruzione, sanità, welfare e giustizia sociale. Senza diritti, non è possibile avere sicurezza.
Il contesto europeo è in una pericolosissima deriva militarista mentre le istituzioni democratiche sono sempre più nell’ombra. In Italia, questa deriva si manifesta nella criminalizzazione del dissenso, nel DDL Sicurezza e in un uso distorto del linguaggio politico. Anche il dibattito sulla cosiddetta “leva volontaria” non è neutro e spinge verso la normalizzazione della violenza bellica.

La chiamata all’azione e le parole del Presidente Fadda

A conclusione della due giorni, una consapevolezza condivisa: la situazione internazionale è gravissima, ma non ci può rassegnare, è il tempo dell’azione.
«Uscire dal baratro significa costruire una cultura di pace disarmata e disarmante - dichiara il Presidente Matteo Fadda - andando oltre logiche divisive e dando vita a inneschi, alleanze e collaborazioni. Dobbiamo aprirci sempre più a soluzioni che oggi non riusciamo ancora a immaginare, affidandoci all’educazione, alla strategia, alla professionalità, a un nuovo linguaggio ma anche alla forza spirituale, per tornare a essere popolo, comunità».
Tra le priorità della Comunità c’è indubbiamente la pace, prima di tutto attraverso la condivisione con gli ultimi e la presenza nei conflitti armati a fianco dei civili, assieme ai volontari di Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace dell’associazione. Da 50 anni sceglie di coinvolgere i giovani in servizio civile in Italia e all’estero proprio a partire da esperienze di prossimità per generare cambiamento e prevenire e abitare i conflitti e propone oggi con forza assieme a tanti movimenti e associazioni l’istituzione di un Ministero della pace.

Proposte per una difesa civile non armata

«Il convegno si chiude con un messaggio chiaro - dichiara Laura Milani, responsabile del Servizio Civile Universale per la Comunità Papa Giovanni XXIII -, la pace è frutto di un processo partecipato, che mette al centro il dialogo intergenerazionale e la dimensione delle reti e che oggi tra le priorità vede indubbiamente la promozione di una cultura della nonviolenza. Tra le proposte emerse, contrastare la violenza e la guerra, attraverso l’istituzione di Corpi Civili di Pace e la valorizzazione del servizio civile nella sua finalità di difesa civile non armata e nonviolenta della Patria».
Nei prossimi mesi proseguirà il percorso di elaborazione del documento finale e di coordinamento delle iniziative condivise.

I vincitori del concorso artistico "INNESCHI"

La due giorni ha accolto anche momenti culturali e la premiazione del concorso INNESCHI – Quando l’arte genera la pace, che ha evidenziato il valore dell’espressione artistica nel coinvolgimento delle nuove generazioni.
Vincitori del primo premio: rispettivamente per la categoria visual communication e fotografia, Eleonora Valmadre con Il prezzo della pace, e Pietro Staricco con Il pescatore.
Secondi classificati: Emmanuel Preli Alcala con Respiro di pace, seme di cambiamento e Martina Sedda con la foto Sharing.
 
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