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24 Novembre 2023
Ultima modifica: 24 Novembre 2023 ore 08:49

Violenza contro le donne. Un problema di fragilità del maschile

Sono 106 le donne uccise fino ad oggi. Ma a superare il nostro paese in Europa restano Lituania, Lettonia e Croazia. Lo psichiatra Tonino Cantelmi: «Al di là dei proclami, occorre un'educazione psicoaffettiva.»
Violenza contro le donne. Un problema di fragilità del maschile
Foto di Foto di Rosy / Bad Homburg / Germany da Pixabay
Nuovo DDL antiviolenza. 19 articoli che rafforzano il Codice Rosso. Attenzione ai reati spia del femminicidio. Inasprimento della pena, arresti in fragranza in differita, braccialetto elettronico, specializzazione dei magistrati che si occupano di questi temi, aiuto concreto alle vittime.
Si moltiplicano in queste ore le campagne di sensibilizzazione e gli spot contro la violenza maschile sulle donne. La Rai sfida gli uomini maltrattanti con una campagna di sensibilizzazione, in onda fino al 30 novembre con tre spot, che narra un femminicidio da tre punti di vista, quelli di una madre, di un padre e dei figli.
La Coop ha lanciato la campagna “Il silenzio parla” dell’agenzia Naked Studio, in sinergia con Differenza Donna ente che gestisce il numero nazionale antiviolenza e antistalking 1522 per conto del Dipartimento per le Pari Opportunità. Una gamma di biscotti a marchio vestita completamente di bianco, con in evidenza solo un QR code che rimanda a un podcast di 7 storie di donne che hanno chiesto aiuto ai centri antiviolenza.
E poi c’è lo spot “Io la contrasto! Dedicato a Giulia” realizzato dalle atlete del Montespaccato Calcio, squadra nella Serie C femminile, dal 20 novembre sui canali social. Le atlete hanno anche stampato sulle loro maglie il logo del 1522 per diffondere il più possibile il numero multilingue per chiedere aiuto.
Tutti spot al femminile, in cui le protagoniste sono le donne e le voci narranti pure. Legittimo se si vuole diffondere un numero che è utile a loro per chiedere aiuto. Ma non sufficiente se si vuole raggiungere i potenziali maltrattanti. 

Il nuovo disegno di legge. Dati allarmanti dei femminicidi in Italia

Dell'altro ieri la tragica notizia del femminicidio a Fano di una donna di 66 anni, per mano del marito.
Sale a 106 dunque il numero delle donne uccise nel 2023. I dati del Viminale spaventano: +4% rispetto all’anno precedente. E 82 le donne uccise in ambito familiare secondo il report della Direzione centrale della polizia criminale. Anche se in pole position in Europa restano tragicamente Lituania, Lettonia e Croazia per uccisioni di donne in famiglia.
Già si erano inasprite le norme previste nei casi di violenza grazie alla riforma Cartabia in vigore da marzo, affidando maggiori strumenti al giudice per tutelare le vittime, escluderne la comparizione personale all’udienza, o disporre l’udienza da remoto. Fondamentale soprattutto il divieto di mediazione familiare quando pronunciata sentenza penale di condanna o di applicazione della pena, e l’obbligo di segretezza di indirizzo della vittima e di nominativi dei testimoni.

Cosa dice il nuovo DDL antiviolenza

Ora il governo accelera l’approvazione di un rafforzamento del Codice Rosso con la discussione in Senato del nuovo Ddl firmato dalla ministra per la Famiglia, la natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e del Ministro della giustizia Carlo Nordio che mira ad un piano di prevenzione sistematico e a maggiore protezione delle vittime di violenza.
Il Consiglio dei Ministri lo aveva approvato a giugno proprio per tutelare di più le vittime – si legge sul sito delle Pari Opportunità - accrescendo l’attenzione verso i “reati spia” e inasprendo le misure cautelari, come l’utilizzo più rigoroso del braccialetto elettronico, e prevedendo l’arresto anche in “flagranza differita” ossia fondata sulla documentazione video-fotografica o dalle app.
Il disegno di legge favorisce anche la specializzazione dei magistrati che si occupano di questo reato, prevede l’obbligo di “circolarità informativa” per migliorare la protezione delle vittime in caso di estinzione, inefficacia, revoca o sostituzione di misure cautelari coercitive per gli autori di violenza. Infine stabilisce percorsi di recupero con esito favorevole accertato dal giudice per accedere alla sospensione condizionale della pena, e introduce un contributo anticipato in favore della vittima o, in caso di morte, dei familiari in condizioni di bisogno. 

Lo psichiatra: al di là dei proclami occorre educare

Proprio sull’educazione punta anche lo psichiatra, Tonino Cantelmi, il primo ad aprire a Roma un centro per la sessodipendenza e a scrivere degli effetti dei social sulla mente umana. Avverte che è urgente educare ragazzi e uomini, e non limitarsi solo a manifestazioni contro il patriarcato.
«Io credo che dovremmo spostare l'attenzione: tutti diciamo che è colpa del "patriarcato" ed è dunque un fatto culturale. Ma penso che sia solo in parte così. Il tema da mettere a fuoco è piuttosto la "fragilità del maschile".Questo significa da un lato promuovere una educazione psicoaffettiva già nell'infanzia, ma anche, quando ci sono segnali espliciti, come sembrerebbe nella storia di Filippo, curare! In molte situazioni il rivolgersi ad uno specialista (psichiatra, psicoterapeuta) è stato fondamentale per evitare finali tragici».
Da coinvolgere sono dunque gli uomini stessi perchè crescano nel rispetto e nella collaborazione tra maschile e femminile.
I programmi di educazione all’affettività che tanti vorrebbero rendere obbligatori nelle scuole, in realtà sono esperienze già esistenti in diversi ambienti. Ne è un valido esempio il progetto Pioneer, avviato con la collaborazione dello psichiatra romano da un team di professionisti della mente.
«La nostra esperienza è stata quella di avviare un vasto programma di educazione psicoaffettiva (il Progetto Pioneer) e un nucleo di psicoterapeuti specializzati sulla violenza di genere. Credo che questa sia la strada, al di là dei proclami che dopo ogni evento tragico vengono effettuati».
Tra i sostenitori anche il noto attore Giovanni Scifoni e l’illustratore Marco Mancia.