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Commenti al Vangelo di Giovanni

Il Vangelo di Giovanni è molto diverso dagli altri tre (Matteo, Marco, Luca). Fu scritto per ultimo – forse verso il 90 D.C. – e sembra raccontare i fatti della vita di Gesù come se i suoi lettori già li conoscessero. Giovanni cerca soprattutto di interpretare e spiegare il senso di quanto è successo a Gesù, il Messia morto e risorto per la salvezza del mondo.
L’autore di questo Vangelo indica se stesso come «il discepolo che Gesù amava». È uno dei Dodici, uno dei più vicini a Gesù e anche a Pietro. Il fatto che il Vangelo non menzioni l’apostolo Giovanni e parli del Battista semplicemente come di “Giovanni” induce a pensare che l’autore sia Giovanni figlio di Zebedeo, fratello di Giacomo e socio in affari di Pietro e Andrea. Giovanni e Giacomo, soprannominati da Gesù «figli del tuono», erano con Pietro gli intimi di Gesù e a loro fu concesso di vedere Gesù trasfigurato, di assistere alla resurrezione della figlia di Giairo e di vegliare col Maestro nel giardino del Getsemani.

Di seguito trovate i commenti al Vangelo di Giovanni tratti dal messalino Pane Quotidiano, con l'esegesi di don Oreste Benzi.
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