Oggi l’Europa celebra la XIX Giornata europea contro la tratta degli esseri umani, un appuntamento che quest’anno assume un significato ancora più intenso: ricorrono infatti 20 anni dall’apertura alla firma della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta, firmata nel 2005 a Varsavia. Proprio nella capitale polacca, lo scorso settembre, Petya Nestorova, Segretario esecutivo della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, ha ricordato quel momento di unità paneuropea. «Oggi, in questi tempi difficili di mutevole scenario geopolitico e di crescenti sfide al multilateralismo e ai diritti umani, è ancora più importante garantire che le disposizioni concordate dagli Stati membri del Consiglio d'Europa siano rispettate nella pratica». L’alto funzionario ha richiamato l’attenzione sull’aumento della tratta a scopo di sfruttamento lavorativo e sul crescente numero di minori vittime, a fronte di un numero di condanne in leggero aumento dal 2023 (+10%). Basti pensare alla recente operazione Global Chain condotta i primi di giugno 2025, e guidata dalle forze dell'ordine austriache e rumene, con il supporto di INTERPOL, Europol e Frontex, che ha portato all’arresto di 158 sospettati e all’identificazione di altri 205. Le 1194 vittime arrivavano nel vecchio Continente da 64 diversi paesi.
In Italia, il Dipartimento per le Pari Opportunità da 25 anni sostiene il Numero Verde Nazionale contro la tratta e una rete di progetti territoriali dedicati all’emersione, all’assistenza e al reinserimento sociale delle vittime.
Il filo rosso che unisce le iniziative 2025 dei progetti regionali antitratta per sensibilizzare le cittadine e i cittadini unendo idealmente i diversi territori da Bolzano fino a Benevento, anche quest’anno sarà l’hashtag comune #LIBERAILTUOSOGNO. L’hashtag diffuso sui social fa riferimento alla liberazione simbolica del sogno di migliaia di donne, uomini, persone transgender e minorenni che ogni giorno vengono trasferiti, con l’inganno o approfittando del loro stato di vulnerabilità, dal loro Paese di origine ad un altro allo scopo di essere sfruttati in diversi ambiti: dallo sfruttamento sessuale a quello lavorativo, dall’accattonaggio forzato ai matrimoni e alle adozioni illegali, fino alla maternità surrogata e al traffico di organi.
Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, impegnata in diverse città italiane nei progetti antitratta regionali, in occasione della Giornata Europea contro la tratta, si è attivata nella sensibilizzazione sulla tratta di persone, coinvolgendo prioritariamente i giovani come promotori di eventi e moltiplicatori di messaggi per rimettere al centro la dignità della persona, essere umano e non merce.
Si parlerà di tratta di esseri umani il 18 ottobre a Firenze all'evento multitematico Sharing Voices rivolto ai giovani e dedicato a don Oreste Benzi nell'anno del suo centenario. Il 20 ottobre a Cento, in provincia di Ferrara, si terrà invece un evento di sensibilizzazione promosso dai giovani dell'Agesci dal titolo Sulla dignità non si tratta.
Inoltre operatori antitratta e volontari delle Unità di contatto dalla Puglia fino al Friuli-Venezia-Giulia e dalla Grecia si sono ritrovati nei giorni scorsi a Rimini per due giorni di ascolto, studio e scambio. «Giovani donne e uomini, persone transessuali che incontriamo sulla strada o indoor o che accogliamo dopo un vissuto di lavoro forzato o di sfruttamento sessuale ci provocano nel fermarci a comprendere l’evoluzione nella tratta. È importante osservare i dettagli, ascoltare le loro storie traumatiche ma anche i nostri vissuti davanti a quei racconti per "fare bene il bene"» ha spiegato Martina Taricco referente internazionale del settore tratta. «Sono proprio le persone sopravvissute alla tratta con la loro resilienza e i giovani che fanno volontariato a fianco della Comunità Papa Giovanni XXIII ad averci stimolato ad approfondire la relazione di aiuto con le persone intercettate dalle unità di contatto e l'approccio alle persone transessuali che sempre più frequentemente ci contattano perché nessuno sia più considerato una merce ma una persona portatrice di sogni».
I giovani coinvolti nella 2 giorni di studio, a partire dagli input della nuova Direttiva europea sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle del 2024, hanno avuto l'occasione di approfondire i diritti di protezione e integrazione delle vittime e di promuovere nuove strategie e campagne social, mettendo insieme i diversi talenti giovanili attraverso call to action per sensibilizzare e scoraggiare i consumatori di servizi che provengono da persone sfruttate. La Direttiva infatti chiede a tutti gli Stati europei di ridurre con maggiore determinazione la domanda per via della sua corresponsabilità. La nostra società diceva don Oreste Benzi «è la società dei giovani, che hanno dei potenziali enormi e che non mettono più la propria vita solo nel cercare una soluzione per avere un buon stipendio ma per il bene di tutti».
La Giornata europea contro la tratta è l’occasione per restituire valore alla libertà di ogni essere umano, che è il diritto umano più profondo e universale, a partire dalle nuove generazioni.