Topic:
17 Giugno 2025

Bologna: 10mila no alla guerra

Ieri il grido di pace di giovani, anziani, famiglie riuniti nel parco di Monte Sole "Salviamo Gaza. Fermate il governo di Israele"
Bologna: 10mila no alla guerra
Foto di Alberto Zucchero
Si moltiplicano le manifestazioni per la pace nelle città italiane. A Bologna, il popolo della pace in marcia da Marzabotto a Monte Sole, ha scelto i luoghi simbolo dell'eccidio nazifascista del 1944, per fermare la strage a Gaza. Il grido di pace delle suore dossettiane presenti anche in Cisgiordania. Proposte una conferenza di pace e una missione di soccorso immediata per salvare le vittime innocenti. Prima di tutto i bambini.

Un fiume di persone ha attraversato il parco di Monte Sole nella giornata di domenica 15 giugno per la marcia nazionale della pace in cui, sfidando il caldo torrido e i 450 metri di dislivello, si sono uniti i rappresentanti di 137 associazioni, di una decina di comuni emiliano-romagnoli, rappresentanti religiosi e volti noti della musica e del sociale. Proprio quel parco, sede della comunità monastica fondata da uno dei padri della Costituzione, Giovanni Dossetti e luogo della memoria, dove furono bruciate le case, fucilati gli abitanti inermi, oltre la metà dei quali erano donne e bambini.
L’iniziativa, promossa dal Comitato regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto, il Comune di Marzabotto, l'ANPI, l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, la Scuola di pace di Marzabotto, la rete di associazioni del Portico della pace di Bologna, ha voluto lanciare un appello forte: fermare il genocidio in corso a Gaza e promuovere un impegno concreto per la pace. In questa stessa giornata infatti non si è fermato il violento attacco tra Israele e Iran con centinaia di missili e droni che han colpito siti strategici militari ma anche edifici residenziali.

L’appello per salvare i bambini e la popolazione inerme a Gaza

«Da Monte Sole a Marzabotto – si legge nell’appello - la tragedia di Gaza assume in pieno il volto dei bambini uccisi a migliaia nelle case, nelle tende, nelle strade, negli ospedali della Striscia. Il Governo israeliano va fermato. Insieme, tutte e tutti, dobbiamo avere il coraggio e l’onestà di condannare l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, come di condannare la risposta del governo israeliano, che ha superato ogni limite ed ogni regola del diritto di difesa».
In prima fila durante la marcia, accanto alla sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi  e al segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini, c’era Yassine Lafram, presidente dell'UCOII (Unione delle Comunità Islamiche d'Italia). «Durante la marcia ci siamo lamentati per la fatica, con l’acqua fresca tra le mani e il cibo – ha detto dal palco Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii - ma abbiamo anche pensato al popolo della striscia di Gaza che per 600 giorni è stato fatto marciare da una parte all’altra con la scusa di un posto sicuro. E invece era solo per bombardare. Voi che siete qui, riappropriatevi della vostra umanità. Siate ambasciatori di pace, di diritto internazionale, di giustizia».

marcia pace 1
15 giugno 2025. Marcia nazionale della pace dal parco Monte sole a Marzabotto (BO)
Foto di Alberto Zucchero
marcia pace 2
15 giugno 2025. Marcia nazionale della pace dal parco Monte sole a Marzabotto (BO)
Foto di Alberto Zucchero
marcia pace 3
15 giugno 2025. Marcia nazionale della pace dal parco Monte sole a Marzabotto (BO)
Foto di Alberto Zucchero
marcia pace 5
15 giugno 2025. Marcia nazionale della pace dal parco Monte sole a Marzabotto (BO)
Foto di Alberto Zucchero
marcia pace 6
15 giugno 2025. Marcia nazionale della pace dal parco Monte sole a Marzabotto (BO)
Foto di Alberto Zucchero
Marcia Pace 7
15 giugno 2025. Marcia nazionale della pace dal parco Monte sole a Marzabotto (BO)
Foto di Alberto Zucchero


Sul prato del Poggiolo, erano in attesa dei manifestanti anche le suore dossettiane della Piccola famiglia dell’Annunziata. Anche loro preoccupate per l’escalation di violenza perché hanno una piccola comunità vicino a Ramallah, in Cisgiordania. La voce di suor Mariam al microfono crea silenzio stupito tra la folla: «Non è amore per Israele negare il crimine che sta commettendo. Molti amici ebrei e israeliani stanno stanno contestando il loro governo. Noi vogliamo dire anche cosa vediamo in Cisgiordania: distruzione dei campi, incarcerazioni senza capi di imputazione, tortura. E' in corso una evidente pulizia etnica. Ma noi crediamo anche in una dimensione spirituale, a un mistero di male. La morte degli inermi e degli innocenti nel mondo, a Gaza e a Montesole, sia la voce più forte della pace!».
La forza della fede non può lasciare indifferenti. E il ricordo va alle parole del cardinale Matteo Maria Zuppi, che alla sessione straordinaria della CEI pochi giorni fa aveva lanciato un accorato appello a garantire «l'ingresso di aiuti senza restrizioni, l'apertura di corridoi umanitari e, soprattutto, la promozione di un dialogo che possa realizzare la soluzione a due popoli, due Stati».

Anche gli artisti chiedono di fermare la guerra

Alla marcia era presente anche l’attore Alessandro Bergonzoni che di recente all’Istituto tecnico professionale Valeriani di Bologna ha portato una sirena antiaerea per sensibilizzare gli studenti sulla condizione di chi è sotto attacco tutti i giorni. «Non bastano le proteste, non basta la solidarietà – ha spiegato l’artista bolognese – occorre la condivisione, l’immedesimazione. Un cambio di dimensione per dare un senso di appartenenza. Vorrei che gli artisti facessero sentire lo stesso brivido, la stessa paura che si vive a Gaza». Alla marcia non sono mancati nemmeno i musicisti impegnati da sempre su temi sociali: il gruppo musicale Lo Stato Sociale e il coro Farthan di Marzabotto che si è guadagnato nel 2018 il riconoscimento di “coro ambasciatore di pace” poiché promuove i valori della pace attraverso il canto popolare con un repertorio italiano e non, al femminile. «Non possiamo accettare che il dolore e la morte diventino normalità. La musica può essere voce di chi non ne ha più».

Da Marzabotto le proposte concrete per la pace

«La politica chieda scusa per tutto quello che non è mai stato fatto – ha dichiarato Alberto Zucchero portavoce del Portico della pace, tra i principali promotori dell’evento. «Questa politica non è mia alleata, perché i miei alleati sono i bambini che vengono bombardati, i bambini che vengono operati senza anestesia e senza ospedali. Promuoviamo qui a Monte Sole una conferenza di pace per arrivare alla reciproca rinuncia alla distruzione e all’annientamento della controparte da consegnare alle organizzazioni internazionali».

Particolarmente significativa la presenza di decine di membri del Portico della pace di Bologna tra cui la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che da anni promuove la creazione in Italia di un Ministero della Pace, un organismo istituzionale per la risoluzione non violenta dei conflitti. «Partecipiamo alla Marcia di Montesole - aveva raccomandato il presidente Matteo Fadda alla vigilia della manifestazione bolognese - perché siamo certi che la logica del riarmo e la guerra non sono la via che conduce alla pace e per questo chiediamo di fermare subito l’eccidio della popolazione a Gaza, di rilasciare di tutti gli ostaggi e prigionieri e di garantire assistenza e aiuti umanitari ai civili. Auspichiamo inoltre un tavolo negoziale sotto l’egida dell’ONU che porti ad una pace giusta, definitiva e duratura».

Flavio Lotti, presidente della Fondazione Perugia-Assisi si è spinto ancora più in là. «Organizziamo una missione di soccorso per salvare bambini e bambine. Usiamo le tre portaerei. Facciamo partire la Garibaldi, la Cavour, la Trieste piene di aiuti. Dobbiamo riconvertire le nostre forze armate in forze di pace».

"Da Marzabotto a Gaza, la voce della pace è una sola", recitava uno degli striscioni. Una voce che domenica, nonostante i quasi 40°, si è fatta sentire forte e chiara proprio nel parco di Montesole oggi ancora luogo di memoria e di resistenza pacifica ad ogni strage degli innocenti della storia.