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4 Settembre 2025
Ultima modifica: 4 Settembre 2025 ore 17:36

Matteo Fadda: alle Giornate di don Oreste per cambiare il mondo

Alla vigilia dell'appuntamento clou del Centenario di don Benzi, il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII racconta le sue attese
Matteo Fadda: alle Giornate di don Oreste per cambiare il mondo
La tre giorni Riminese inizia domani, previsto l'arrivo di migliaia di persone e un forte coinvolgimento del territorio nei diversi appuntamenti. Sarà non solo il ricordo di un grande personaggio - sottolinea Fadda - ma il rilancio di una eredità attualissima e ancora in gran parte da attuare

Se ne parla da mesi ma ora ci siamo, domani venerdì 5 settembre 2025 iniziano a Rimini le Giornate di don Oreste, che si concluderanno Domenica 7 settembre, giorno esatto del suo centesimo “compleanno”.
È l’appuntamento più importante di questo anno del Centenario della nascita del sacerdote dalla tonaca lisa, e c’è molta attesa per un evento che, ci spiega Matteo Fadda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, non coinvolge solo i membri dell’associazione, ma molte altre realtà ecclesiali, sociali e istituzionali.

Fadda, che attesa c’è per questo evento?

«In Comunità ci stiamo preparando da molto tempo, con tanti eventi collegati al Centenario in Italia e nel mondo. Molti stanno arrivando a Rimini per partecipare di persona, e c’è una macchina organizzativa che sta lavorando perché tutto si svolga al meglio. Molti altri parteciperanno in streaming, soprattutto dove abbiamo realtà di accoglienza impegnative che non consentono di spostarsi tutti. Ma non è coinvolta solo la Comunità e la Fondazione don Oreste Benzi; attraverso il Comitato del Centenario si è sviluppata una forte collaborazione con la Diocesi di Rimini e la CEI, con il Comune di Rimini e altre istituzioni.»

L’obiettivo?

«Non solo ricordare don Oreste, il suo pensiero e la sua opera – anche se non mancheranno momenti coinvolgenti sul piano delle emozioni – ma anche far conoscere e promuovere la sua eredità, di cui oggi la società ha estremo bisogno.»

Le Giornate di don Oreste rappresentano una novità rispetto ad altri incontri organizzati in passato dalla Comunità, come assemblee generali o convegni.

«Sì, è la prima volta che ci sperimentiamo per darci appuntamento a Rimini non solo tra aderenti all’associazione, ma con una esperienza allargata alle nostre cooperative, ad altre associazioni e a tutti i volontari e amici che collaborano con noi. L’incontro è davvero aperto a tutti, anche a chi magari non ha la nostra stessa matrice religiosa, ma è interessato a costruire assieme un mondo più giusto.»

Guardando al programma, si nota, soprattutto nell’incontro del sabato pomeriggio, una attenzione particolare agli altri Movimenti ecclesiali.

«Uno dei temi che sentiamo più importanti e urgenti è quello della pace, e su questo tema per ottenere risultati non si può fare da soli. Ad esempio il progetto di promuovere un Ministero della pace, tra le intuizioni più profetiche di don Oreste, oggi è promosso assieme ad altri movimenti. Le Giornate saranno l’occasione per fare il punto su questo percorso e rilanciare una strategia comune. Collaborare è possibile e necessario, quando c’è in gioco la stessa sopravvivenza umana, lo abbiamo visto allo scoppio della guerra in Ucraina quando decine e decine di associazioni, sia pure molto diverse tra loro, si unirono per l’iniziativa Stop the war now. Questa è la strada giusta da percorrere.»

La giornata del sabato è dedicata in particolare alla Società del gratuito. Perché questa scelta?

«Perché la Società del gratuito sintetizza la proposta rivoluzionaria che ha fatto don Oreste, attualissima, ma non ancora del tutto attuata, anche se ci sono gemme già operative, che noi chiamiamo “nuovi mondi vitali”. È una società che mette al centro l’uomo nella sua integralità anziché il profitto di pochi. Per questo racchiude in sé tutte le battaglia di giustizia avviate da don Oreste, e ne può anche promuovere altre.»

In che senso?

«Il tema dell’ecologia integrale, sviluppato da papa Francesco, non era tra i concetti centrali del pensiero di don Oreste, anche se è perfettamente coerente con la sua visione. Per questo abbiamo voluto inserirlo tra le sei conferenze del sabato mattina che affronteranno il tema della Società del gratuito da diversi punti di vista.»

L’appuntamento di Rimini sarà la conclusione di un percorso o l’inizio di uno nuovo?

«Lo vedo come una tappa, un momento in cui condividere una maggiore consapevolezza del momento attuale e ripartire con rinnovato entusiasmo.»

Per andare dove? Si faranno proposte operative?

«Nelle conferenze del sabato abbiamo coinvolto persone di grande spessore e mi aspetto che escano proposte interessanti. Noi come Comunità ne faremo, ma saremo in ascolto di tutti, per individuare, se possibile, obiettivi comuni, come ci ha invitato a fare lo stesso don Oreste nel famoso ultimo discorso pubblico che tenne alla Settimana nazionale dei cattolici il 19 ottobre del 2007.»

Ci saranno altre Giornate di don Oreste?

«È possibile, vedremo. Don Oreste ci ha insegnato a non fare troppi progetti, ma a cogliere i segni che il Signore ci manda, cercando di non perdere la coincidenza. Sicuramente in queste Giornate i segni non mancheranno.»

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