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2 Luglio 2022

Sandra, una beata innamorata

In occasione del recente Incontro Mondiale delle Famiglia, don Roberto Battaglia, traccia un profilo del fidanzamento di Sandra Sabattini.
Sandra, una beata innamorata
Foto di Guido Rossi
Tra gli appellativi più diffusi della neo beata c'è la "Santa fidanzata". Ma di che tipo di fidanzamento stiamo parlando? Che rapporto c'era tra l'amore che la giovane riminese provava per Guido e quello che provava per Gesù?
Ci ritroviamo nella chiesa dove si venera la Beata Sandra Sabattini, la «Santa fidanzata». All’inizio del gesto con cui, nella nostra Diocesi, ci uniamo all’Incontro Mondiale delle Famiglie (22- 25 giugno), ci chiediamo quale contributo ci offre la sua esperienza di fidanzamento con Guido Rossi.

Sandra è fidanzata. Perché è Beata?

Spesso mi si rivolge questa domanda: «Cosa ha fatto Sandra per essere Beata?». In realtà, più la si conosce, più ci si accorge che in lei non domina “il proprio fare”, ma l’innamoramento per Cristo: «Non esiste il problema di stare con i poveri, ma col Signore» (Diario, 10.09.1982). 
Poco più che sedicenne lo aveva riassunto così, rivolgendosi a Gesù: «Scelgo Te e basta» (Diario, 26.02.1978).
Sandra è una giovane donna tutta attratta da Colui che ha conquistato il suo cuore, trascinando la sua affezione in un dono totale di sé stessa: «Non è mia questa vita» (Diario, 27.04.1984).
Ma chi è innamorato è forse una persona “spiritualista” in fuga dal mondo? Una ragazza così presa dall’esperienza che riempie tutta la sua vita, dimentica il fidanzato o lo ama di più? In lei è evidente l’intensità di una vita molto più operosa di chi si ritiene un attivista. Tutt’altro che ripiegata in una visione “intimista” del rapporto con Cristo, Sandra era instancabile nel servizio ai poveri, senza voler «sprecare neanche un istante di questa mia esistenza» (Diario, 06.03.1983).

Che rapporto c'era tra la Beata Sandra e Guido?

E col fidanzato? Don Oreste scriveva che lei e Guido erano «Fidanzati come se non lo fossero, secondo i criteri del mondo» (Introduzione al  Diario di Sandra). Le amiche raccontano che non li si vedeva sempre insieme, come accadeva solitamente alle coppie di giovani coetanei, poiché erano innanzitutto tesi a vivere l’esperienza cristiana, aperti al rapporto con tutti, nel desiderio di rispondere alla chiamata di Dio.
Guido racconta come si confrontassero spesso sulla fede in rapporto alla vita. Quando un giorno il fidanzato le disse che per lui se anche Dio non esistesse varrebbe la pena vivere una vita corretta, “da buoni”, Sandra rispose con passione: «Se Dio non esistesse sarei disperata».
Davvero «Dio conduceva la sua vita», sottolinea lo stesso Guido. Il rapporto col Signore, vissuto nella piena appartenenza all’Associazione Papa Giovanni XXIII, era il centro affettivo della vita di Sandra e questo esaltava il rapporto col fidanzato, nella prospettiva dello scopo ultimo. Non può esserci rapporto col Mistero se non attraverso il segno carnale in cui esso si manifesta e non c’è nulla di più contrario alla nostra fede del dualismo che oppone o accosta il rapporto con Cristo al rapporto con la persona amata: esso è sempre dentro il segno, attraverso il volto del/della fidanzato/a o dello/a sposo/a, che non si può amare fino in fondo senza riconoscere e adorare nell’altro/a l’Infinito che attrae il nostro desiderio.

Cos'è il fidanzamento per la Beata Sandra?

Sandra vive questa unità all’origine della sua esperienza, che lei stessa descrive così: «Fidanzamento. Qualcosa di integrante con la vocazione: ciò che vivo di disponibilità e d’amore nei confronti degli altri è ciò che vivo anche per Guido; sono due cose compenetrate, allo stesso livello» (Diario, 23.07.1983). Rispondendo a una domanda di don Oreste Benzi circa il motivo per cui lei si dedicava ai giovani della comunità terapeutica di Trarivi, incontrando così più raramente il fidanzato, Sandra disse: «proprio perché questa scelta l’abbiamo fatta assieme, anche se a livello di tempo ci vediamo di meno, io sento che viviamo molto a fondo anche quel poco che ci vediamo, perché quello che vivo è scelto con lui, assieme».
Proseguì precisando che «non riesco a parlare del rapporto che ho con Guido se non parlo di tutto quello che vivo di disponibilità con gli altri in Comunità. Cioè, mi viene da metterli sullo stesso piano». Don Oreste intuì il valore quest’affermazione, evidenziando come il fidanzamento, in «questa pienezza di vita», «non è soffocante, ma si dilata», ricevendo «una ricchezza enorme» (23.07.1983).

Il desiderio di Cristo

Sandra ci provoca a prendere sul serio «il bisogno di infinito che è dentro di noi e che non possiamo far finta di ignorare», come scriveva pochi giorni prima di compiere vent’anni, sottolineando che «l’infinito è lì che ci aspetta ogni volta che cadono le “posticce” risposte che abbiamo dato al suo bisogno» (Diario 07.08.1981). Un bisogno a cui neanche la persona amata – che più di ogni altra suscita questo desiderio infinito – può rispondere. È una sete come quella della Samaritana del Vangelo, che neppure i suoi cinque mariti avevano soddisfatto, fino a quando non incrociò lo sguardo di quell’uomo capace di penetrare il suo cuore, amandola più di tutti gli uomini che l’avevano posseduta (cfr. Gv 4, 4-42).
Sandra ha vissuto cercando quello sguardo in Guido e vivendo assieme al fidanzato un rapporto carnale con Cristo, secondo la modalità in cui Lui l’aveva afferrata facendola Sua. Si tratta della verginità, in cui giunge al culmine l’amore nuziale. Possiamo proporci di meno?