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26 Ottobre 2023
Ultima modifica: 26 Ottobre 2023 ore 10:20

Gaza, le richieste delle organizzazioni italiane

Amnesty International Italia, AOI: in 57 in conferenza stampa a Roma
Gaza, le richieste delle organizzazioni italiane
Fra le richieste: a Israele di garantire l'accesso ai beni essenziali e all'aiuto umanitario alla popolazione civile. Ad Hamas: la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti. Si è invitato il governo italiano a promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario e soprattutto a non fornire armi alle fazioni coinvolte nel conflitto.
Durante la conferenza stampa che si è tenuta ieri a Roma, varie organizzazioni per i diritti umani hanno descritto quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza. La situazione è drammatica, con un totale di 5.791 morti e 1 milione e 400.000 sfollati. E in una lettera aperta hanno lanciato il proprio appello alle istituzioni.

«Come organizzazioni umanitarie chiediamo che la priorità per il nostro governo, le leadership europee e mondiali sia la protezione della popolazione civile e il rispetto dei diritti umani», scrivono.
 

Tra le 57 firmatarie, si trovano importanti associazioni come ACS, Action Aid, ARCI, Acli di Arese, AIDOS, Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, ARCS Arci Culture Solidali APS, Articolo 21, AssisiPaceGiusta, Associazione di Amicizia Italo-Palestinese, ASSOCIAZIONE CULTURALE LIGURIA-PALESTINA, e molti altri.

L'appello del terzo settore italiano

Israele fermi l'assedio

Un primo punto chiave sollevato durante la conferenza riguarda la richiesta al governo israeliano di porre fine all'assedio totale della Striscia di Gaza. È stato sottolineato l'urgente bisogno di garantire l'accesso ai beni essenziali e all'aiuto umanitario alla popolazione civile che attualmente versa in una situazione estremamente precaria.

Liberate tutti gli ostaggi

In secondo luogo, si è chiesta a Hamas, l'organizzazione politica e militare palestinese che controlla Gaza, di rilasciare gli ostaggi israeliani. Questa richiesta punta ad alleviare le tensioni e promuovere la stabilità nella regione, come sottolineato durante la conferenza.

L'Italia faccia la sua parte

La terza richiesta impone al governo italiano di promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario nel contesto del conflitto a Gaza. In particolare, si chiede all'Italia e ad altre parti coinvolte di astenersi dal fornire armi alle diverse fazioni presenti nella regione.

L'Unione europea non stia a guardare

Un altro punto rilevante sollevato dalla conferenza stampa riguarda l'invito all'Unione europea e alla comunità internazionale ad affrontare con urgenza la crisi umanitaria a Gaza e le violazioni dei diritti umani che si stanno verificando nella regione. La situazione a Gaza richiede l'attenzione e l'intervento delle istituzioni globali per garantire una soluzione duratura al conflitto.

La Corte penale internazionale indaghi sui crimini commessi

Infine, la conferenza ha chiesto il pieno sostegno all'operato della Corte penale internazionale nelle indagini sui crimini commessi nella regione. Questo sostegno è fondamentale per garantire che i presunti responsabili di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani siano portati alla giustizia.

Siamo tutti figli di Abramo

Pierbattista Pizzaballa è il Patriarca latino di Gerusalemme, fra i promotori di una pace duratura nella Terra Santa, in una lettera diffusa nei giorni scorsi si era fatto (di fatto) portatore del pensiero della Chiesa Cattolica.

Ha scritto in una lettera indirizzata alla diocesi di Gerusalemme: «Israele, il paese di cui molti di noi si sono innamorati, non è stato in grado di ascoltare le grida dei fratelli palestinesi». Ma anche: «La violenza non è mai la strada giusta. Soprattutto in queste terre, dove la parola 'pace' è al centro di ogni speranza, la violenza è sempre il segno della sconfitta definitiva. Non possiamo distruggere quel futuro che Dio ha promesso in dono ai figli e alle figlie di Abramo».

La Striscia di Gaza da 17 anni è chiusa in un continuo assedio. La popolazione civile soffre a causa della carenza di cibo, acqua, energia elettrica e attrezzature mediche. La conferenza stampa di ieri ribadisce l'urgenza di porre fine alla crisi umanitaria.